Quella sconfitta gridava vendetta all'addolorato mio spirito, e vendetta completa e terribile ottenemmo nel marzo 1863 contro lo stesso squadrone.
Venti soldati guidati dal tenente Bianchi partiti da Venosa in servizio di pattuglia erano giunti presso Melfi e lasciata la via principale si erano internati per un sentiero del bosco costeggiarne le sponde d'un fosso assai profondo.
Le nostre spie ci avevano avvertito della partenza da Venosa di codesto minuscolo plotone e noi dall'alto dei nostri nascondigli ne avevamo seguito quasi a passo a passo le mosse, attendendo il momento opportuno per attaccarlo.
Appostati nel fitto della macchia, protetti dalle nodose piante e dai folti roveti, ad un dato punto, quando i soldati tranquillamente camminando per uno si avanzavano lenti ed inermi, ad un segnale convenuto partì una tremenda fucilata.
Colti all'improvviso, a breve distanza caddero oltre metà, e prima che avessero tempo di porsi sulle difese, una seconda salve di fucile risuonò atrocemente per il bosco, facendo cadere al suolo i superstiti. Chi non morì di fucile fu scannato di coltello o di pugnale. Il tenente ancor vivo ed il sergente ebbero, per opera del Teodoro, staccata la testa dal busto e queste vennero inchiodate ad un albero colla scritta «Vendicati i caduti di Rapolla».
Il Tortora ed il Teodoro compirono in quel giorno atti di feroce barbarie verso i soldati caduti, nè io potetti imporre la mia volontà di non far scempio dei cadaveri, in quantochè, leggermente offeso da uno scoppio di canna di fucile, dovetti starmene nell'interno del bosco e medicare la piccola ma dolorosissima ferita.
E poiché ho ricordato gli scontri avuti colla cavalleria non posso passare sotto silenzio la miseranda fine di un altro plotone di cavalleggeri al comando del tenente Borromeo.
Eravamo in luglio; in una serata soffocante dopo un sole canicolare, fummo informati dell'avvicinarsi in Melfi di un plotone di cavalleria; venne deciso l'agguato: Tortora, Caruso, Teodoro colle rispettive bande, ebbero l'incarico di preparare il tranello, e, scelto per appiattamento una fitta siepe, che fiancheggia-
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