La notizia del mio arrivo aveva attirato sulle vie i sedicimila abitanti della cittā, mancava S. Gerardo eppoi c'erano tutti. A maggior soddisfazione di quei cittadini, giā da me malmenati, giunti a Porta S. Lucia mi fecero discendere dalla carrozza ed a piedi, percorrendo la strada Pretoriana, fui condotto alla caserma dei carabinieri reali e di lā alle carceri giudiziarie in attesa del mio processo. Finalmente il 14 agosto 1872, giorno da me poco desiato, si aprirono le sale della corte di assise, ed i giurati che furono chiamati a giudicare questo gran reo, che ora rassegnato ed umile scrive la sua storia.
Il pubblico numerosissimo č trattenuto a stento dai carabinieri e da un picchetto di soldati; tutti sono curiosi di vedere in viso il famoso generale della reazione delle orde brigantesche del Melfese; ognuno vuol sentire la lettura del lungo atto di accusa, l'enumerazione delle centinaia d'imputazioni poste a suo carico, le testimonianze che aggraveranno i reati consumati, le discolpe dell'imputato, la terribile requisitoria del Pubblico Ministero, le blande difese degli avvocati, l'imparziale riassunto del Presidente ed infine il verdetto dei giurati.
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