Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      csalli, furon uomini loquacissimi e non altro. Potessi tu sostenere così la lettura di Averroe, tu ben vedresti quanto egli sia maggiore di cotesti tuoi giocolieri. Alle quali ini-quissime e stoltissime parole accesosi Petrarca di uno sdegno tanto grande, quanto per Laura era stato grande l'affetto, tenevasi appena dal malmenar coloro che tanto malmenavano le più sagrosante cose, contentandosi di cacciarseli fuor dì casa, e di avvertirli a non riporvi mai più piede (1). Era allora il Petrarca a Venezia godendovi delle cortesie e delle onorificenze del doge Lorenzo Gelsi, e dell'amicizia e della compagnia dì Benintcndi dei Ravegnani, personaggio il primo memorando per la grandezza dell'animo, per la soa\ità de' costumi e per l'amore alla virtù, uomo il secondo di singolare ingegno dotato, e grande cancelliere della repubblica.
      Sia, ritornando a'dispacci, sventura è veramente che essi inconuncino, ed eziandio con qualche lacuna, dopo la metà del decimosesto secolo soltanto, e la cagione di questo mancamento si è, che prima dj quell'epoca non si usava d'inviare alle corti stabili ed ordinarii ambasciatori, potendo pure il grande incendio del Ducale Palazzo, avvenuto nell'anno 1577, avere contribuito alla distruzione de' dispacci delle anteriori legazioni di circostanzaAffinchè poi meglio s'intendano gli avvenimenti riportali negli stessi dispacci, e le abitudini e le usanze che vi si narrano non abbiano a maravigliare, trovo opportuno, in via di prolegomeno, di preludere, nella parte filosofica, letteraria, religiosa e militare, con alcune generali indicazioni sul!" indole del secolo.
      (1) Petrarca. De iiptorantiu .sui ipsius et nudlorioii
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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Primo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1855 pagine 382

   

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