Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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pdtero. Fu Ariosto. pi una di esser /fflfrito di Alessandra Be micci, pa Ire di Virginio e di Giambattista, nalo il primo da una Or-solina, il secondo da una Maria, fc Tasso 11011 una, ma Ire Lco-nore amava ad un tempo (I). Se non clic devolo sempre il buon Torquato a Ilio, più rislrignevasi a lui quando, oìlrccliè oppresso dalla ostinata sfortuna e dalla ingratitudine del mondo, lasso, infermo e credendo che spettri e fantasimi gli vagolassero intorno., e versiere l'avessero ammaliato, si senlia già vicino ad esser sospinto a quel porlo dove hanno fine tutte le umane miserie. Saliva allora all'ermo ed ameno colle di san-t' Onofrio non solo perchè r aria, siccome egli stesso diceva, era lodata da' medici più cr alcun' altra parte di Roma, iri-i quasi per cominciar da quel luogo eminente, e colla conversazione di que' di voti padri la sua conversazione in Cielo (2): certo da più proporzionalo site non polca la grande auima del primo epico italiano spiccarsi dal frale e volai e al paradiso. Imperciocché quel poggio era i' cnlico Gianieolo, celebre per avervi avulo stanza Giano, e tomba Ninna Pompilio; imperciocché sotto quel poggio con la pompa tutta de'suo: obelischi, de' suoi archi, de' suoi delubri e delle cupole delie sue basiliche maestosa si protende la città de'Cesari c de'Pontefici ; e da iunge la campagna vastissima immersa nelf estremo della solitudine e della disolazione, frastagliala da capi di antiche vie, dn rovine di tombe e di acquedotti, sparsa di erbe appassite, parassite che sembra» quasi esser le piante proprie di una terra composta dalla polvere de3 morti e da' resti delle dominazioni. E, più lungo ancora, graziosi si presentano d ; sant'Onofrio dossi di dolcissime chine, e vailoncclli c costerel-le ombrale da frondose querce^ e magnifico l'orizzonte, e superbi i conlorni delle montagne che lo riserrano, c, finalmente, ove il sole volga al!' occaso^ del colore deli' oro pallido e
(1) Tirabosehi. Sfuria della Letteratura, italiana. T, VII. Parte HI. Libro HI
1.7) F.ftt«ra (tei Tasso al Costantini suo amiteo.
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