Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      rar di finire; di modo che io non volsi dirle altro, se non che Sua Santità se considererà bene et quietamente, troverà esser verissimo quanto le havevo detto della buona mente della Serenità Vostra. Dubito grandemente che Monsignor Nuntio habbi empito, come si suol dire, il fuso molto bene; et certo, che rappresentando materia di questa qualità, poteva Sua Signoria Reverendissima proceder più dolcemente, conoscendo la natura del Papa.
      -1584 dG di Marzo in Consiglio de' X. All' Jmbasciator a Roma.
      Frate Teodoro bolognese, predicando in san Francesco della Vigna in questa Città, lune dì prossimamente passato che fo alli 12 del presente prorupe inconsideratamente in queste parole : che si avvicinava la Pasqua, che seriano portati in questa Città molti eapreti, colombi, et starne per presentar alli giudici a fine di haver favor da loro, et che quando questo non basta, si fanno delle cenine, ove intervengono done et giovanetti che menano li giudici per il naso, et fanno sottoscriver le suppliche et far le sententie a modo loro; et che quando questo non basti, si mette man all' oro, et con li 100, 200 et 300 scudi si ottiene quanto si desidera ( 1). Queste parole imprudentissi-me, per non dir peggio, pervenute a notitia delti capi del Consiglio nostro di X, quali formato processo, trovandole verissime, hanno deliberato col loro Consiglio di chiamar a sè li superiori del monastero di san Francesco, et farli intendere, che non lasciassero predicar il detto frate, nè qui, nè in altro luogo del Stato nostro, et che lo licen-tiassero di questa città. Et perchè il Reverendissimo Aoneio di Sua
      (1) Crebbe poi con tale e si grande progressione, coni' è ben noto, questa corruttela, da far sì clic i patrizii stessi pubblicamente dicessero, poco tempo innanzi alla fine della Repubblica, parole ben più acerbe di quelle nel secolo XVI pronunziate dal frate in san Francesco.


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Primo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1855 pagine 382

   

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