Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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questo solo degli arcliibtisi sono siali puniti. Quando Sna Santità era cardinale io nelle disile sue molte volte gli ho scolilo dire lanlo male della pusilanimità del l'apa nel governo del Slato Ecclesiastico che non si polria dire peggio, et questo medesimo concello diceva anco con altri, di modo che ogn' uno va credendo, che se bene di una parie si mostra dolce, et amorevole con lutti, vorrà però che gli sia portato il debile rispetto, et che ogn' uuo facci compitamenle il debito suo, el tale è il concello generale, che si ha fin bora di questo Pontefice.
A Bologna ò stalo messo prigione il conte Giovanni de a' x Pepoli, genlilliuomo -vecchio, e capo della famiglia ; si dice che la causa sia stala per non haver voluto consegnare in mano della giuslilia un fuoruscilo che si era salvalo in un suo castello, il quale dice essere feudo imperiale (1), e mentre era andato a dare la descolpa sua personalmente al legato (2), venne nova, che il Bargello, eh' era andato al detto suo castello, et havea preso il bandito, era slato fugato da alcuni fuorusciti dipendenti pure da delti Pepoli, che glie l'havevano toilo dalle mani, di modo ch'el legato ordinò che fosse posto pregione, per la qual alione è slato laudato grandemente dal Papa, ma chi conosce e considera bene !i stravaganti cervelli do Bolognesi, non lauda molto questa risolutione. Fu posto pregione già alcune settimane un guardaroba del signor Paolo Giordano Orsino, Duca di Bracciano, per certo suo delitto particolare, et con questa occasione è stalo anco essa-minato sopra la morte del nepole del Pontefice che fu marito dell' Acorambuona (3), liora moglie del detto Duca, del costituto del quale pare, che ne sia grandemente caricato detto
(1) Il conte Giovanni alteramente rispondeva : che nel suo feudo era solo soggetto a Dio, nè riconosceva Papa o altro principe temporale.
(2) Il cardinale Salviaii.
(3) Veggasi § XIII
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