Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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dalla lingua liebrea nella greca dalli settanta interpreti 301 anno avanti I' avvenimento di Clirislo di ordine di Tolomeo^ Filadelfo Re di Egitto, et liora fatto stampar dal Papa, el mi ha (atto inlender clic ha havuto ordine dal Papa di mandarmelo acciochè a nome di Sua Santità Io mandi a Vostra Serenità, che lo faccia reponer nella libraria publica di Venetia dalla (piai libraria in parie conosce la buona riuscita di questa impresa, havendo havuto da lei la comodità dell'essem-plare che fu del cardinal Bessarione (1). Io ho rese di queslo favore le debite gratie alla Santità Sua, et in resposla lei mi ha detto che a soli cinque Principi ne ha mandalo, Franza, Spagna, la Serenità Voslra et Fiorenza, non mi nominando il quinto, acciochè nelle librerie di questi Principi resti queslo segno della buona volontà sua, et. della diligenlia, che ha usalo per far conoscer la verità et la purità delia nostra fède con il testimonio non solamente di liebrei el di chrisliani, ma di Re Egitu, nei quali non può cader sospetto di alcuna passione per la quale si (ossero condolli a procurarsi quella Ira-dulione, et lasciar memoria cosi illustre al mondo della verità el della somma autorità di quel sacrosanto libro, dilatandosi longamenle in queslo proposito. lì si XXXVII, hi questa hora che sono le 20 è gionto corrieroall' ambasciatore del Gran Duca con la nova che Sua Altezza
il lrontespicio spacciano per edizione di Sisto la posteriore, nuovamente esaminata, ili Clemente ottavo.
(Tirabosclii. Storta della Lctterahtua Italiana. T. \II, parte prima, pag. 371.)
(1) Lo Strada ebbe a. chiamarlo uomo per lettere e per san/ilà memorando, l'in II, uomo di gran nome e degno w immor/al memoria, il Ga-rimberli, personaggio mollo esemplara, il cardinale l'apiense, lume del saero collegio. Egli era nato a Trebisonda, e dopo essere stafci monaco di san fiasjlip fu scelto ad accompagnare 1" imperatore Giovanni \ il l'aleologo al concilio generale. \ITeziouatosi grandemente alla repubblica di Venezia le donava nel 1408 la doviziosa sua libreria, tesoro inestimabile specialmente per la copia e rarità (lei Codici greci manoscritti.
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