Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      Dimostrata cosi dal diligente Moroni /' Oriyine dui In II osa (foro, la Benedizione ed il Mio, passa indi ai Donativi ( di quella) filiti dai Papi. Troppo lungo V enumerarli qui tutti, ci limiteremo quindi a quello solo con cui Gregorio XVI, pontefice di gloriosa memoria, o-norar volle, nell' anno -1833, Venezia.
      » Le perdite delle Rose d'oro fatte dalla nobilissima Città di Venezia furono compensate dal Bellunese Gregorio XVI, Cappellari, nel 1833. Considerando questi f illustre Venezia, qual seconda sua patria, per avervi in tenera età professata la vocazione monastica nel celebre monastero Camaldolese di S. Michele di Murano, di cui per le sue rare virtù e profonda dottrina divenne abbate di governo, 'quindi fatto lungo e piacevole soggiorno, oltre di aver decorato colla S. Porpora il Patriarca Jacopo Monico, co'brevi Miltimus ad Patriarci,u!em S. Marcì ( diretto al Patriarca ) Paternae Charitatis ( indirizzato all'ableg,ito apostolico) de'5 ottobre 1833, dono la rosa daini benedetta nella Domenica Laetare alla patriarcale c metropolitana Basilica di san Marco col Breve Paternae. Charitatis afecttts ( Xf oitubris dice In minuta originale del medesimo ) diretto alle dignità, canonici e Capitolo della medesima, del seguente tenore : « Sì giusta è la cagione, per cui da gran tempo rivolgevamo nell' animo di testimoniare con alcun durevole monumento la nostra benevolenza verso la Città di Venezia per tanti e si grandi titoli insigne, e in cui fin dai primi anni tenemmo il corso della nostra religiosa e letteraria vita, che non ci permette di ricordarcene più oltre senza mettere la nostra deliberazione in effetto. Conoscendo noi dunque, che lo splendore del principal Tempio ridonda anche in decoro della città, mandiamo a cotesta basilica patriarcale la Rosa d'oro, (die nella IV domenica di quaresima abbiamo secondo il rito dedicata; e a questo intendimento l'abbiamo spedita al diletto figlio monsignor Pietro Antonio Piantoli nostro protono-tario, e colle nostre apostoliche lettere ablegato, perchè, da esso la riceviate. Voi già sapete, che la santità del mistero, cui essa ricorda, è significata dal solenne rito, con cui nella sua dedicazione 1' abbiamo unta col crisma ( deve dire unguento, o balsamo : nella citata minuta non si parla di crisma, ma di solemni benedictionìs Rosati ejusnwdi caeremonia. a Deo suppliccs postulavinnts, tuttavolta ancorché nel-I originale vi sia la parola eh risma derivante dal greco, essa in questo


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Primo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1855 pagine 382

   

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