Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      geroglifici. La nave che lo portò fu (li tale grandezza, che per zavorra vi andarono 120,000 moggia di lenticchia, cioè due millioni 880 mille libbre; era tale la lunghezza, che essendo stata da Claudio affondata per servire di fondamento al molo del suo porto d' Ostia, sostenne una gran parte del Iato sinistro, dove furono innalzate come tre torri, ed una a somiglianza del Faro Alessandrino; 9 albero maestro di abete, era di tal grossezza, che appena quattro uomini potevano abbracciarlo. Questa è una prova, che ì romani si servivano di navi, per trasportare tali moli, e non di zattere . . . . . Nicolò Y, divisava di porre questo obelisco sugli omeri di quattro statue colossali rappresentanti gli evangelisti, e di collocare sul vertice una statua di bronzo del Salvatore colla Crooe in mano. Di poi Paolo II, trattò coli' architetto Aristotile (li farlo trasportare nella piazza Vaticana^ Paolo III, ebbe 1' istessa ideape ne consultò Buonarroti, che non volle accettarne 1' assunto, per 1' eccessiva spesa a ciò necessaria, e pel pericolo di romperlo. Indi nel pontificato di Gregorio XIII, e nel 4583 Camillo Agrippa milanese fece un modello, e stampò in lloma un trattato sul trasporto dell obelisco senza piegarlo a terra, poiché trovavasi nella parte inferiore in parte sepolto ; ma la difficoltà dell' impresa spaventò, riferendo il Novaes, che'i Romani per questo obelisco impiegarono 20,000 uomini con macchine di sommo dispendio. Fino all' epoca del traslocamento, siili' obelisco nella cuspide eravi un globo di bronzo doralo, e siccome neh' iscrizione della parte inferiore si legge il titolo di Cesare dato ad Augusto, ed a Tiberio, non che quello di Divo Caesari Divi Julii, il volgo credette, che la palla di bronzo contenesse le ceneri di Giulio Cesare; ma il globo fu trovato massiccio, e colpito da palled'archibugio nel 4527 quando fu presa Roma, allorché fu spogliato dei Leoni di Bronzo. Era riserbata la gloria della sua remozione e innalzamento nel luogo ove si ammira, al genio intraprendente di Sisto V, che quando era frale nel portarsi a S. Pietro sempre lo visitava, dicendo,- che se diventava Papa, subilo 1' avrebbe trasportato in mezzo della piazza Vaticana. Sparsa la fama di questa risoluzione, comparirono in Roma circa cinquecento architetti e altre persone con progetti, e modelli alla presenza di Sisto Y, quindi ognuno facendo le sue osservazioni, fra quali Bartolomeo Ammanati mandato dal granduca ili Toscana. Interrogato dal
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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Primo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1855 pagine 382

   

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