Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      iia. Tulle queste cose travagliano con ragione grandemente il pensiero del cardinale il quale quanto più procura di riformar et castigar, massime li preti delinquenti, tento maggior accidenti accadono, che Io disturbano, El ne accade anco uno as~ sai stravagante pochi mesi sono di alcune monache, le quali attrovandosi in un monasteri© campestre vicino aFagnauo 42 miglia fuori della città, et solite a vivere in libertà grande S. S. Reverendissima si lasciò intendere di voler levarle 1' entrata e' havevano, et applicarla ad un altro inonasterio qui nella ciltà, et ridurle ancor esse, perchè vivessero con più religione et obedientia. Ma esse non volsero aspettare Pesecutione della deliberatioue di S. S. Reverendissima perchè una nolle, tulte, ch'erano forse 42, si levarono dal monaslerio, et colla guida di unloro prele andorono da 80 miglia di quà fra Luterani in una terra detta Locamo nel paese de'Svizzeri a vivere nella solila loro, et ancor maggior, libertà (1).
      11 sig. Marcantonio Colonna maridò alli mesi passali una sua figliuola in questo stato nel marchese di Caravan, che è di casa Sforza, ricco di entrata di 42'° scudi, et giovane di 24 anni, il quale havendo dal dì che prese detta giovane fin a
      (1) Eccessi di tanta gravità provano abbastanza quanto fosse necessaria, a (fili di purificare la Chissà, l'emenda della disciplina e dei costumi del clero, stabilita dal Concilio di Trento. Or se il più caldo promotore, ed anima anzi di detto Concilio fu san Carlo Borromeo, non è a maravigliare se del pari egli sia stato il più solerte attuatore delle ordinate riforme, e per ciò de'falti che andiamo esponendo; riforme tanto più importanti in una delle diocesi più vaste del mondo che abbracciava 600,000 abitanti, con 2000 chiese, e con un clero ignorante, scostumato, mercadante e bravaccio. (Cantù, uell' opera k Milano e il suo territorio ss Schizzo storico'). Non sarà poi disutile sapere, che impedita dal Concilio anche la moltiplicità dei benefizii, il Borromeo, che secondo l'antico abuso, ne accumulava parecchi, con una entrata di almeno uovantamila zecchini, a tutti subitamente rinunziò. Questa sola generosa azione, e questo disinteresse ben raro basterebbero a formare l'elogio di lui. e a recar vergogna al Botta, il quale nella sua Storia d'Italia (Libro A II) racconta essersi veduto alcuna volta il Cardinale mescolato in avare estorsioni, ed aversi dato a vita rimessa e santa, perchè solo infastidito della corto


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Primo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1855 pagine 382

   

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