Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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ili penitenza. Ultimamente poi continuando noi l oratìone, che pel-istanza del Serenissimo Re cattolico havevatno instituita, et per li travagli delia Fiandra, et per i bisogni di tutta la Chiesa santa, hab-hiaruo ordinato nella presente settimana processioni publiche, e I' o-ratione solenne delle quaranta bore, et prediche continue nella Chiesa nostra Metropolitana. Con tutto ciò havemo visto con le lagrime a gli occhi et con intimo dolor nostro, quanto poco conto habbiano fatto alcuni, sì di questi offu-ii, come della gratitudine dovuta a Dio per la liberatone dalla peste, 1' anno passato fatta a questa città, sì anco della afflittone, in che siamo, per la perdita del Serenissimo Principe di Spagna (-1) et altri attinenti a sua Maestà cattolica Anzi quel che non aspettavamo già mai, habbiamo veduto, contra 1' instìtuto di quel sacro tempo, et contra alla dispositione anco de i sacri Canoni, consti-tutioni de i sommi Pontefici, decreti Provinciali, fatti in essecutìone del sacro Concilio di Trento, et editti nostri, violate et profanate con giostre, spettacoli^ tornei, balli, maschere, et dissolutioni, che ne seguono, quelle santissime Domeniche di Settuagesima, Sessagesima, et Quinquagesima; et, quel ^che aggrava più, a tempo a punto, che celebravamo nella nostra Chiesa Metropolitana i divini offlcii, et che portavamo ili processione il santissimo Sacramento, o che 1' havevamo esposto scoperto sopra 1 aitar maggiore per 1 oratione solenne publi-ca, et quando predicavamo la parola di Dio, et il popolo tutto, che era nella Chiesa, con preghi ad alta voce dimandava a Dio misericordia, strepitavano quasi su le porte della Chiesa, et intorno, tamburi, trombe, carrozze di concorso, gridi, et tumulti di tornei, correrie, giostre, mascherate, et altri simili spettacoli profani, con pnblico et scandolo-sissimo disturbo, et impedimento ili quei divini officii, et sante oratio-ni, et con irreverenza del Santissimo Sacramento. Oltra che disturbi,
(1) Don Giovanni di Austria fratello naturale di Filippo secondo re di Spagna, morto il sette ottobre 1578 di lebbre maligna in età di trentaun anno, avverten do, che i nemici di Filippo non lasciarono di accusarlo di aver fatto avvelenare don Giovanni per invidia de' suoi talenti, e per timore che non isposasse E-lisabetla regina d* Inghilterra. Don Giovanni fu guerriero che accoppiava ta pru denza al valore ; era dolce, generoso, amato da soldati e aal popolo del quale alleviò i pesi per quanto gli fu possibile. Nella Nota A si troveranno maggiori particolarità intorno a questo principe.
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