Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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cose della peste, mi disse, eli5 egli era ritornato liieri da Ma-rignano, ov* era stato alquanti giorni, per proveder alla con-tagione di quel luogo, et mi raccontò il successo, dicendo che veune in Murignano già alquanti giorni una caroccia da Mantova, el essendo alloggiala ad un' hosleria, vi morirono tulli da peste, et di poi per una camisa, che fu lasciata in un' altra hostaria nella medesima, terra, tulli parimente \i lasciarono la vita; el soggiunse clic possono esser morte fin hora intorno a 40 persone; et che due borghi sono sani et due altri infetti, et particolarmente il borgo del camin di Milano. Onde si sono l'alte far SO cabaline dì tavole coperle di paglia fuori della terra, ove si conducono tutti gl'infètti et sospetti, et vi s'è posta buona guardia intorno, per 11011 lasciar uscir alcuno, et s' è serrata tutta quella strada. In questa città poi esso signor Presidente m" ha sinceramente narralo quello che si ritrova, perchè si ragionava che vi fosse del male contagioso, et che andasse facendo tuttavia progresso. Però Sua Signoria mi disse, eh' ad una donna, che venne ultimamente da Marignano ammalata fu 111 effetto scoperta la peste, per la quale si convenne serrar molle case, cioè quella del medico, del baibier, et altre di persone, che vi praticarono ; ch'essa donna fu subito mandala al Lazaretto (1), ove fini i giorni suoi; el dapoi non s'è udita più cosa alcuna. nè meno dopo molli giorni è morlo alcuno da lai male, ancora che le case restino tuttavia sequestrate. Mi disse poi che in Parular le cose passavano bene, et similmente io Voghera; ma che in un luogo vicino a questa città, un miglio et niezo, chiamalo la cassina de'Gomini, erano morti alquanti di coiitagìonc, el dapoi non era seguilo altro; et soggiunse che bisognava haver diligentissima custodia, perchè v' era gente, eli' andava seminando la peste per Italia, nel qual proposilo raccontò un caso ultimamente avelluto in que-
(I) Edificato, dal 1488 al 1506, fuori della citla a sinistra della porta detta Orientale, sopra fondi lasciati da Galeotto Bevilacqua all'Ospitai Grande.
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