Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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bilito, son anelalo all' atnlienza del Gran Duca; il quale ninnili) al luogo dove son alloggialo il signor Virginio Orsino suo nipote accompagnato da una quantità di gentil' huomini, a ciò rn cocchio mi conducesse in palazzo, come ha fallo; dove, salite le scalca nell'ingresso d! una gran sala a questo deputata, mi venne ad incontrar sua Altezza in habito di cardinale (!}. Et essendo pieno quel luogo di gran numero di gente, andassimo ad un palco per diversi gradi eminente, coperto di panni lugubri, come parimente era guernila lulla quella sala, et ivi sopra due radreghe collocale sotto un baldachino posti a sedere P un a Iato ali altro, assistendo la molliludiue delle persone, che circondavano il palco, io, cominciando ad esse-guirc la commissione della Serenità Vostra, le parlai secondo quella sostanza ch'ella mi commesse: dicendole, che la mente di quella serenissima repubblica verso i progenitori dell'Altezza sua era slata sempre tale, clic non haveva tralascialo di mostrare quei segni di paterna affetione verso le loro persone, clic a un'ottima volontà si conveniva, et come alli loro meriti si ricercava; accertandola, che, si come s'era conservala sempre sincera amicitia tra I' un et 1' allro stato nutrita da quei buoni ofiìcii che dalle cose occorrenti nascevano, cosi, reputando, che gli avvenimenti della sua casa, o felici, o lugubri che. si bisserò, dovessero esser da quel serenissimo Dominio pariicipali con quell' affello che dalla diversa qualità di essi può esser causalo; et portando singoiar amor all'Altezza sua, et facendone quella stima, che a principe di tanta virtù meritamente deve attribuirsi, sentirà sempre i successi delle cose sue con quell' animo, che ali" ottima disposilion della Serenità vostra, et al mollo merito dell'Altezza sua fusse del tutto conforme; soggiongendo, che havendo piacciuto al Signor Dio terminar i giorni del Gran Duca Francesco fratello, et predeccssor suo, principe di quella prudenza, di quel
(I) T-ngas[m I, Pari» II, 5 XXXYIÌ
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