Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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iatmiiwe di volerli per ogni altro elicilo, et si sono molti di toro ijumili con lettere a Sua Altezza; et esso Piccolomini ridotto in miseria et in malissimo essere, ella non vede clic possa salvarsi in altro luco che nel sialo della Serenità Vostra alla quale haveva perciò deliberalo di scrivere pei comero espresso, et di farla supplicare che resti servila di dare subito eflicaci ordini perchè siano raddoppiate le guardie.; et sia perseguitalo quesl' huomo in maniera clic si possa bavere nelle mani, già che non si può aspettare da esso che travagli et sedizioni.
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Gli spettabili et digtiissimi Signori Otto di guardia, et balia della città di Firenze attesa la notoria rebellione d'Alfonso del Signore Jacopo Piccolomini Cittadino di Siena, et li molti et diversi assassina-nienti fatti nelle publichc strade di questo Stato, et le violenze, et ho-micidii, et altri bruttissimi malefìzi commessi da lui, e suoi seguaei per prò vedere in qualunque modo sia possibile che-paghi le pene di tanti suoi errori per publico decreto del loro Magistrato legittimamente ottenuto, et di espresso ordine di S. A. S. impongono et statuiscono una taglia, et premio di ventimila scudi da pagarsi a chi darà in mano, e potere di S. A. S o de suoi ministri il predetto Alfonso vivo, e una taglia di scudi diecimila a quello, o quelli, che effettualmente lo arrazzeranno.
Facendo in oltre grazia, e lìbera remissione a quelli che inter-veranno, et si opereranno alla morte del preditto Alfonso, etiam sino al numero di venti, d' ogni et qualunque pena, condennatione, o pregiudizio di qual si voglia delitto enormissimo, e «li qual si voglia qualità etiam che fussero ausiliatori, complici, e compagni principali il esso Alfonso ancora nelli atti comessi in questa rebellione.
Dichiarando che se nel atto del aniazzare il detto Alfonso alcuni d'essi occisori restasse morto, o altrimenti morisse manzi alla conse-«utione del detto premio vogliano che la taglia si debba, e si paghi
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