Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
HOvernata da Padri et da Senatori vecchi f havewino sempre retta bene, et con molta gloria loro, ma bora perché s'bave-vano admessi molli giovani nelli Consigli et noi 1 ì maneggi le tose andavano sottosopra, et caminavano diversamente di prima, da che ne nasceva che da cotesto Serenissimo Dominio non era dato tutto quel rispetto et quella obbedienza alla sede Apostolica che si conveniva.
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1585. notte et spaventoso caso, et spettacolo, quanto altro, che siaWrardo. occorso già molli, et molti anni; però che essendosi da sei hi olio giorni in qua scoperto un poco governo, et mancamento grande nel!' oidinaria prov visione di tormenti et di pane per il bisogno della città, nò havendo potuto questi signori Minisi!;, et particolarmente l'Eletto del popolo (1), a chi spetta
(!) a Vi è in Napoli gran quantità di privati cavalieri et gentiluomini ordinari, quali fanno gran professione di nobiltà.... Spendono lutto il tempo nell' esercizio delle armi, la maggior parte a cavallo, riducendosi da E in poi ognuno al seggio suo, ch'è stimato da loro gran testimonio della nobiltà, come che non fosse anco nobile uno che non sia di seggio. Questi seggi non s>ono altro elle cinque piazze deputate e così chiamate, cioè Nido, Capuana. Montagna, Porto e Portanuova, ed in ciascuna di queste, a certi tempi nominati, si riduce ognuno alla sua, ed eleggono ogni anno un numero di tanti gentiluomini, che hanno pensiero dì procedere alle coso convenienti alle piazze loro, u di far chiamar gli altri a proponere le cose, che, per gli ordini delle leggi loro, hanno da procedere col voto della maggior partii dei nobili dì esso seggio. Vi è poi uu' altra piazza del popolo, che si fa dell' unione dei capitani di piazze, detti in più luoghi da quelli della istessa piazza, li quali capitani eleggono medesimamente dodici, chiamati consulti ri. per far l'uffizio. chPsi è detto che fanno gli Eletti dalli seggi dei nobili: e queste sei piazze ergono magistrati per il governo universale della città; e sono poi questi Eletti. ì quali lian e,lira di alcune cose convenienti al comodo della stessa citta, come della grascia, della pecunia, della revisione de' conti, del selciar le strade, delle fortificazioni, delle acque e cose simili, the non sono da farne particolarmente relazione, essendo sulficiente che si sappia, che sino a quanto ho detto s'estende l'autorita della nobiltà di Napoli, non avendo nel resto che solo 1' autorità di eleggere ambasciatore o nunzio al suo ma non potendo manco alcuno ni loro andare alla corte senza licenza del viceré.»
(Alberi: Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato: Serie II, Volume II Relazione di Napoli del scnaiore Girolamo Lippomano ec ec. ).
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