Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      i\'ola .5. a pg, 195.
      Tommaso Campanella nacque a Stilo, borgo della Calabria, ai 3 di settembre del 1568. I suoi genitori nulla trascurarono per la sua educazione, e talmente corrispose alle lor cure, che nell' età di tredici anni con eguale facilità scriveva in versi ed in prosa; perciò Baillet il pose nel suo libro de' fanciulli celebri. Di quattordici anni e mezzo entrò nell' ordine de' Domenicani, ed i suoi progressi 111 teologia non furono meno rapidi di quelli che avea fatti nelle lettere. Ben tosto il suo primo convento, in cui da scolaro era divenuto maestro, fu pel suo ingegno un teatro troppo angusto; girò tuttala Calabria, e si pretende, che in quelle sue corse incontrasse un rabbino che lo iniziò nell' arte di Raimondo Lullo (i) e gli rese famigliari in quindici giorni gli elementi di tutte le scienze. Comunque sia, non tardò a dirupare i fondamenti della filosofia di Aristotele, i oracolo del suo secolo. L' ultimo suo maestro, che doveva disputare pubblicamente a Cosenza, essendo caduto ammalato, i frati del convento inandarono in sua vece Campanella, il quale vi ottenne tanto applauso che,Ciascuno, ascoltandolo, «sciamava come lo spirito del gran Telesio (2) si era impadronito di lui. Abbenchè fra Tommaso nato fosse con niente vasta ed acuta, era però d ingegno torbido e sfrenato, di costume scanda-
      (1) Cioè nell' Arte generale 0 dimostrativa della verità, per la quale gli attributi più generali e più elevati sono mostrati in tutti i soggetti, come formanti ia ragione stessa delle cose, e delle relazioni loro, appellata pure Ars Lullictna. e composta dal Lulli, che nacque a l'alma, nell' isola di Maiorca, verso ii 123o.
      (2) Bernardino, nato nel 1309 a Cosenza le cui opinioni filosofiche ebbero gran potere in quel secolo, francando esse lo spirito umano dal giogo dell' autorità, ed inspirando in lui maggior fiducia Me proprie forze


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Secondo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1856 pagine 378

   

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