Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      L'IOmenti discorsi i principi e 1 prelati (ed è questa proprio la scuola del Savonarola) esecrare la loro tirannide, lodare le repubbliche, dannare le monarchie e invocare la causa di Dio. IXientedimeno anche nel presente secolo quelle ariose lor cose ebbero sempre un esito pari a quello delle altre nel secolo deciniosesto da essi immaginate.
      Occupato nel milleottocentosei il reame dì Napoli dalle soldatesche di Napoleone I, e vinte quelle dagl' Inglesi a Maidu, terra distante dieci miglia dal mare, quella vittoria « die cagione ai Calabresi (è il Botta che parla) di levarsi a romore: ad uso barbaro ammazzavano quanti venivano loro alle inani. I francesi da! canto loro irritati contro uomini, che a nissun uso civile attendevano, saccheggiavano ed ardevano tutte le terre che loro si scoprivano contrarie, uccidendo i terrazzani, e nissun rispetto avendo o al sesso, o all' età La Calabria tutta fumava d incendi e di sangue Furono 1 francesi obbligati a sgombrarne. I sollevati, fatti padroni delle coste, stabilmente vi si alloggiavano nei siti principali, donde comunicando con Sidney-Smith (1) che in questa bisogna si dimostrava attivissimo, e da lui ricevendo armi e munizioni, le tramandavano nell' interno del paese, e somministravano continua esca a quel grave incendio Amantea, Scalea, l'isola di Dina sulle coste della Calabria citeriore, erano tenute dai Calabresi: Maratea, Sapei, Camerota, Palinuro, ed altre terre del golfo di Policastro a loro parimente obbedivano Masse di cruda ribaldaglia erano queste; nè io sarò mai per lodare quelli che le fomentavano; scellerati, la più parte, 1 gregari, scellerati i capì Pane di Grano, uno dei primi, era un prete infame condannato per delitti a galera ¦ fra Diavolo (2), che imperversava più vicinamente a Napoli, uomo convinto di più latrocinii, ed assassinii: ladri ed assassini a cos'oro si accostavano » Infuriando poi nel 1808 tuttavia la guerra civile nelle Calabrie, erano in questi mali (continua il Botta) vane parti, e vari fini; alcuni di coloro che combattevano contro Giovac-chino (3), e che avevano combattuto contro Giuseppe, erano aderenti
      (1) Duce inglese, che, arrestata la fortuna prospeia di Bonaparte in 0 uente, si era persuaso di poterla airostare amhe in Occidente
      (2) Cosi il volgo chiamava il facinoroso Michele Pezza
      (lì) Murat. suocesso nel trono di Napoli a Giuseppe Bonaparte fatto ics 4el!e Spagne.


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Secondo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1856 pagine 378

   

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