Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      scere le loro file colla ciurmaglia tratta da'ceppi. Colà si affrontarono i congiurati e le milizie, ed il valore de' regii sospinse quelli, che loro contrastavano, fuori della città, e così fu troncato in sul nascere ogn. nerbo alla nuova sedizione, la quale non potè nè durare, nè dilatars' siccome era 1 intendimento dei congiuratori: nientedimeno molt di questi si sottrassero al gastìgo col gittarsi nei monti vicini II moto cosentino sulle ali della fama, o diremmo meglio sotto alle penne dei giornalisti, crebbe, gonfiò, flj ingigantì di forma da divenire una sollevazione dì tutte le Calabrie, e que' pochi ru-belli che ai erano appiattati nei monti, donde si penava ancora a staccarli, erano eserciti di sediziosi accampatisi ito sulle roccìe, e di colà minacciami non che il regno delle due Sicilie, ma l'intera Europa di qualche universale rovescio. A nuove così sperticale, certa brigata di esulanti i quali in Cortu vivevano a quel tempo, gioventù la più parte di vivaci spiriti, e più di fervore che dì prudenza dotati, incontanente divisava di accorrere fra quelle immaginate schiere ; e scritto senza altro agli amici calabresi, e menate con essi pratiche e concerti, dopo il meriggio del giorno sedicesimo dì giugno dell' anno 1844 afferrava, a sei miglia da Cotrone presso alla foce del Neto, la spiaggia delle Calabrie Diciannove, all' infuori di un calabrese lor guida, furono le persone che fecer corpo e giuraronsi a quella impresa, seco recando una grida ai Calabresi, cui davan lode dei fatti tumulti e discorrimenti, stimolo a durarvi costanti : ricordavano il carnaggio dei francesi per accenderli a lottare, ove accadesse, contra i Tedeschi : promettevano compenso di gloria e di felicità ai sacrifieii che ora dovrebbon fare sulle are della depressa lor patria. Se non che scoperti ben presto gli audaci commettitori di que' tumulti e dì quello scompìglio, e squillatasi d ogni intorno alla caccia contro di loro, come furono in certa valletta poco lunge dalla terra di san Giovanni in Fiore, le archibugia te degli Urbani sangiovannesx in dieci minuti li guastarono interamente Due di loro eran caduti estinti al primo colpo, tre altri toccarono non leggiere offese, uno ebbe ferita la coscia, altro ne riportò dirotto e frantumato il braccio destro; soltanto sei riuscirono in quella puntaglia ad immaechiarsi, e così poteron vagare alcune ore di più, finché volontariamente si arresero. Condotti tutti que' diciassette a Cosenza, e formatosi il giudiziale processo, nove venivano condannati


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Secondo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1856 pagine 378

   

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