Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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ni, et delia lanciata nel costato, et quello che rende questa reliquia più miracolosa, nella parte che mostra li lineamenti della schiena del Redenlor nostro, se vi conprendono evidentissimamente le battiture, et flagelli che hebbe nella sua passione, le quali cose han commosse le lacrime di tutto questo popolo, al quale ha bisognalo mostrar più volte questo santo sindone, perchè non vi era luoco capace per una volta a tanti ch'erano concorsi. L'Illustrissimo Borromeo, dopo haver portala questa santa reliquia nella chiesa maggiore, et cominciata I' oratioue delle 40 bore, in memoria del tempo che Rostro Signore stette nella sepullura, fece un devotissimo sermone, esortando tutti alla devolione, et così quasi ogn'hora per lo spa'.io che durò F oratione ne lurono fatti degli altri da queir reverendissimi arcivescovi, et vescovi et ai li i sacerdoti et dall' lilustrissimo cardinal di Vercelli ancora, il quale con l'Illustrissimo Borromeo questa mattina, accompagnati dal clero et confraternita di questa cillà, et dal signor duca, et dal signor principe et da tutti li cavallieri di san Lazzaro (1) vestiti con li loro manti incarnati, di nuovo portorno proces-sionabneiite questo santissimo sudario alla istessa piazza , dove fu ancora, per satisfatene di questo popolo concorso fin da terra dei Svizzeri ed dalla Lombardia, mostrato in pubblico Questa solennità è passata con tanta devotione che non saprei pienamente esprimerla, havendosi fatte lanle con-fesiion et comunioni per tutte le chiese come se fosse slato il giorno della santissima Pasqua, nelle quali non ha cessalo Monsignor Borromeo di affaticarsi perpetuamente con molta carità, et fervore.
(1) Meglio dei santi Maurizio e Lazzaro, ordine militare ed equestre mstituito d?>l duca nel luglio 1S72 affine di esercitare l'ospitalità, dì purgare il mare dai pirati, di combattere gì* infedeli e di opporlo eziandio ai luterani e ai calvinisti. Le due lettere 24 dicembre Ì573 e 27 febbraio 1574, dirette alla repubblica di Venezia, e che si trovano nella Piota F, provano la grande sollecitudine che aveva il duca stesso per questa sua nuova cavalleresca institnzione.
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