Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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una generale salva, raddoppiò talmente lo strepito, che commosse le acque pareva che ogni cosa tremasse e venisse a terra, continuando sempre tale rimbombo in molti luoghi per mare e per terra, dov' e-rano state poste di molte codette, e particolarmente alle parrocchie e manasterii per dove passavano, con rumore di tamburi, e suono di trombe e pifferi sopra li vascelli in molla copia per sino nell' entrar in canale grande, sendosi fermate le galee alla punta della dogana (i) per rispetto delle molte barche, acciò non ne pericolasse alcuna, et scorrendo li legni piccioli più oltre entrò il Bucintoro in canale grande, dove il re mirando da una parte, e l'altra, restò molto stupefatto per la bellezza di tanti edificii e palagi fondati sopra 1' acqua, per la gtandissima copia di gente, che non si poteva vedere nè aspettare maggiore spettacolo di questo, et per la vaghezza delle belle donne eh' erano alle finestre (ornate di finissimi tappeti) in grandissimo numero a vedere così magna festa e regia entrata, essendovi il fiore della bellezza, leggiadria -e nobiltà, che per essere tutte vestite di bianco, e bionde secondo i' uso e costume della città (2) rassembra-vano a tante Dee, et facevano uno bello vedere, laonde si comprese chiaramente, che questa vista dilettasse molto e piacesse a sua Maestà perchè levatesi in piedi per poter meglio vedere il tutto, le slava mirando con bella maniera ora da una parte et or dall' altra, et essendo ormai abbassato il sole lasciandone privi del suo bello splendore, parve al Serenissimo Duca di far levare tutta la coperta del Bucintoro, di modo che potendosi veder et esser visti dall una parte e l'altra, la Maestà sua torno a sedere, et così tutti gli altri al luogo suo, et essendo quasi notte arrivarono al palagio del clarìssimo Luigi Foscari (3) pre-
fi) Altra estrema punta della città, che volta ad oriente, finisce iu un triangolo per dividere il Canal grande, che parte in due Venezia, da quello della Giudecca.
(SJ) « Imperocché usavansi m Venc-tia sopra i tetti delle case alcuni •.•difil li di legno, quadri in forma di logge scoperte, chiamate aitane, dove con molto artificio, et assiduamente tutte, o la maggior parte delle donne di Venetia si fanno biondi li capelli con diverse sorti di acque o liscie fatte a questa requisitione, e questo fanno nel colmo del grande calore del sole ec.» Cesare Vecellio. Unbifi antichi et moderni di tutto il mondo.
(3) Nella parrocchia dì san Barnaba. Il palagio è ora trasfoimato in caserma
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