Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
sino le tovaglie, salviette, piatti, coltelli, forcine e pane erano di zucchero, e così Lene fatti, e tanto somiglianti al suo naturale, che parevano verissimi e non finti, o contraffatti in modo, che sedutasi sua Maestà avvenne, che avendo preso in ninno la sua salvietta, andò in due parti ( che l'ur.a gli cadde in terra ) onde se ne rise, non essendosene accorta prima; levatasi poi la Maestà sua, tutta la colazione andò a sacco secondo 1' uso di corte, e fu accompagnata fuori dell'Arsenale da tutti 1 suddetti signori, usandole nel licenziarsi parole amorevolissime c òi grand'affetto, mostrando di partirsi consuetissima per le molte cose che avea visto, et il signor Cavaliere da Legge rispose lui, e la ringraziò con ogni riverenza di tanta sua umanitade, .certificandola che la ìlepublica riceverebbe infinita contentezza dì questa sua regia dimostrazione, et della molta soddisfazione che avea significato aver preso, venendo le lodi d' altissimo soggetto, dal niol'o sapere e dall'amore perfetto, e nel partirsi le fu di nuovo replicata la salva di molt'artiglieria, e fu accompagnata da quei principi e signori al suo palagio.
Domenica circa le 21 ora si fece una reale festa in Palagio Ducale nella sala del Gran Consiglio, avendo il Serenissimo Duce e Signoria con gli ambasciatori residenti levato dal regio alloggiamento sopra '1 bucintoro il glorioso re, e condottolo a s. Marco in (letta sala, accompagnato dal Cardinale, dalli Duchi, dal Gran Priore suo fratello, e da molti signori e gentiluomini di sua corte, dove s'erano ridotte da circa 200 gentildonne vestite tutte d' ormesino e di tabino bianco ornate dì gioie e di bellissime perle d'estrema grossezza e di molto valore, non solo dinanti a'petti di vezzi di perle, fili lunghi grossissi-mì e gioiellati, ma carich'. ancora di bavari, che portano sopra lg spalle, con bellissimi e ricchissimi concien di testa carichi di gioie e perle, che per la loro bianchezza, vaghezza e magnificenza formavano in terra uno coro non di ninfe, ma di tante Dee. Queste stavano 1' una dopo P altra con beli' ordine sopra banchi tappezzati d'intorno, tenendo circondata tutta la sala, lasciando nel mezzo una spaziosa piazzfl, al tribunale della quale v' era una sede regale con un panno d'oro e suo baldacchino dai tetto a basso, e d'intorno rasi gialli e turchini, e nel testo dì essa sala li medesimi cuor d'oro ch'erano prima, et d pavi-
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