Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      35Gpartirò, il serenissimo Prencipe c Signoria andarono da Sua Maestà, per farle un pezzo di compagnia, la quale immuti che uscisse delle sue stanze, creò suo Cavaliere il signor Nicolò Foscarini, potestà di Murano, sì coni'avea fatto per innanti a Trevigi il clarissimo signor 15»r-tholonieo Lipamano potestà e capitano dì quella magnifica città, c poi qui il signor Giulio Battaglia, e li quaranta nobili che la servirono alla camera furono introdotti a baciarle le mani et a prendere licnza; et fece complimento per tutti il signor Mattio Zane, con parole molto ben accomodate ringraziando Umilissimamente la Maestà Sua, che si fusse degnata d'essere stata servita da loro; la quale in risposta gli usò umanissime parole, mostrando di fare molta stima della servitù ricevuta da loro, e di restarne soddisfatta, offerendosele graziosissimamente in ogni lor occasione; dipoi le baciarono tutti le realissime mani con molta riverenza, e si licenziarono; fatto queslo fu introdotto il signor ambasciatore cesareo che andò anch' egli a prendere licenza, e fu molto accarezzalo dal benignissimo re, e baciatogli le mani, prese umilmente licenza, e dipoi furono introdotti altri signori Sua Maestà uscì poi dalla sua stanza in tempo che il Serenissimo Duce e Signoria erano di già entrati nella prima sala, dove s incontrarono, e la Maestà Sua salutando Sua Serenità gli disse alcune parole che non furono da altri intese, ina gli rispose, che era venuta per accompagnarla, et essendo apparato il cappellano ducale andarono alla messa noli' istessa sala sotto il baldacchino inginocchiandosi il re sopra uno sgabello, et il principe sopra un guanciale, et in quest istante comparvero molti signori, tra li quali li quattro clarissimi ambasciatori, che le aveano da fare compagnia in viaggio. Finita la messa, e levatasi Sua Maestà, che potevano essere da circa quattordici ore, vedendo il signor Giovanni Michiele ambasciatore, gli disse, che tra tutti gli trattenimenti avuti in Vinegia, non avea gustato il maggiore, che più le dilettasse e piacesse quanto quello della guerra de' ponti, e che se l'avesse saputo prima avrebbe pregato Sua Serenità (voltatasi così dicendo a lei camminando), che l'avesse fatto dare più d'una volta questo trattenimento, che altro 11011 avrebbe desiderato che questo. Dipoi a\ viatasi innanti col Principe e Signoria, abbassate le scale, andò ad imbarcarsi, et entrò nella gondola coperta di broccato il' oro


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Secondo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1856 pagine 378

   

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