Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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via por dove si potea salvare. Diede tosto Giuil'redo compimenti) al suo voto, edificando la chiesa in Lirej, ed erigendola altresì in collegiata, nel 1353 vi depose la SS. Sindone, che custodiva, e privatamente venerava nel suo palazzo. Gioffredo di Charny dalle sue nozze con Giovanna di Yergy ebbe in successore Gioffredo II, e unico frutto di questo con Margherita di Poitiers si fu Margherita di Charny sit gnora di Monfort, di Savois, e di Lirey, e questa fu la gentildonna, che fece dono del sagro pegno del SS. Sudario alla casa di Savoja. Deve pertanto sapersi, che il vescovo di Troyes non vedeva di buon occhio, che presso la sua cattedrale, e nel piccolo paese di Lirey si trovasse una collegiata, chc per la concorrenza straordinaria de'dìvoti adoratori della SS, Sindone avea acquistata gran fama. Era pure la Sciampagna in quel tempo desolata dalle guerre, e tanto per 1 uno, quanto per l'altro di questi motivi, Giofiredo II s'indusse nel 4355 a ritirare presso di sè la SS. Sindone, e venerarla in privata. Morto il veicovo, cessata la guerra, fu la SS. Sindone restituita alla collegiata di Lirey, ove si esponeva solennemente alla pubblica venerazione: per tali esposizioni nacquero contese col nuovo vescovo, si rinnovarono pure i disastri della guerra, ed ì canonici dì Lirey, volendo porre in salvo la SS. Sindone, verso il 1418 con diversi arredi sagrì la consegnarono al conte Umberto ile la Roche Signore di YilJar-Seys-sel, e di Lirey, mirilo della contessa Margherit a. 11 conte Umberto portò la SS. Sindone in Borgogna, e la conservò nel suo forte castello di S. Ippolito, ove la faceva con ogni solennità mostrare al pubblico. Morto Umberto nel 1438 Margherita restituì alla collegiata di Lirey i sagri utensili, ma negò di rendere la SS. Snido ne, qual tesoro di sua famiglia, e la ritenne fin verso il 1451 nel qual tempo per una guerra ferocemente insorta nella Borgogna fuggi in Savoja presso il duca Lodovico. Frattanto due ladri avendo alla contessa Margherita involato la SS. Sindone, e portatisi in sito appartalo per dividersela, uno di essi prese le forbici per tagliarla e rimase colle inani storpie: l'altro cercando di lavarla per toglierle le macchie dei divìn Sangue, e vender il lino, vide uscir da esse un vivo splendore che lo abbagliò, e privò di vista. A questo prodigio si convertirono i due ladri, »e restituita la reliquia alla contessa guarirono II romore di questo mira-
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