Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
XVI! 1. Uopo la partenza di me Duodo di costà ho con-linuato il viajrsrio colia diligenza che ha coninorlato la dilli- I'ietj° r>u'JJ*
1 1 ambasciatorecolla del cammino, el delli callivi tempi che per il più ho tro- Mordano
1 — Agostino\ali di pioggia et dì venti assai fastidiosi, et lunedi passalo armai, coli'aiuto del signor Dio, in quesla città con salute, nurio. se ben assai slraco per gì' incomodi palili. Feci d niiu ngres-so privatamente colia sola persona del signor Nani, ìiaveudo fra di noi stimato bene di cosi fare nella presente occasione. E trovai in casa gli illustrissimi cardinali di Verona el Vicenza che mi aspettavano, el mi ricevettero con gran humanilà. Poco dopo vennero a visitarmi li maestri di camera delh si gnori cardinali Borghese, Bandini, el allri, te! quello delli fratelli di Sua Santità, dandomi per parte loro la ben venuta, el accompagnando 1' ufficio con parole mollo cortesi el amorevoli ; a che si è corrisposto conio conviene, et parlicolar-menle col signor cardinale Borghese, al quale, col mezzo delti nostri secreiarii, olire il ringraliamenio, facessimo soggiungere, che io Duodo sarci pronio d'andar a baciare piedi a Sua Santità, et ad eseguire seco gli ordini impostimi da Vostra Serenità, semprechè fosse stato in buon piacere di lei con soie riguardo della sodisfattone della Beatitudine Sua, el non d' alcun bisogno, eli' io potessi haver di riposo, et Sua Signoria Iliustrissima, aggradendo l'ufficio, rispose, che pigliassi il mio comodo, perchè 1' audienza sarebbe sempre col contento di Sua Santità, quando a me tornasse bene di haver-la. J1 che sarà, per quanto il medesimo signor cardinale Borghese ha dello dopo a me Nani, mercordi prossimo, non comportando le oecupalioni di Sua Santità in questi giorni santi et di Pasqua, che si possa farlo prima, senza grandissimo scomodo, al (piai tempo vi andaremo, et ci sforzeremo di eseguire gli ordini della Serenità Vostra nel miglior modo, che ci sarà permesso dalla debolezza delle nostre forze. Sono stai' a nostra visilalione li signori ambasciatori dell' Imperatore, Francia, e Toscana, li quali, dopo li primi complimenti, si
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