Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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al mio merito. Ne la ringratio dunque come di effetto particolare dell' iiflhita Immanità sua, et supplicandola a creder, ehe d' osservanza verso il nome, et la persona sua non ho clu m' avanzi, prego Dio, che feliciti et prosperi ogni atione, et dissegno della Serenità "Vostra tanto, quanto lei stessa desidera. Da Roma li V di 9bre 1005. Di Vostra Serenità
Devotissima Serva Verginia La>ti Borghese
Al doge di Venetia.
Serenissimo Doge
Io devo tanto alia Serenità Vostra per 9 honor eh' ella mi ha l'atto con la sua lettera, et con la visita delli suoi signori ambasciatori che non mi dà 9 animo di poter in poche parole rappresentar alla Serenità Vostra nè anco la minima parte della mia osservanza, et gratitudine ; perù dove potrà parer a lei, eh' io habbia mancato con la penna in renderle quelle grntie, che ne le deve di così segnalalo favore, sia certa, che supplirò sempre con 1 animo, et con la volontà, come faccio di presente, et doni Dio alla Serenità Vostra quell' augu-mento di felicità eli' ella medesima desidera. Da Roma li V di 9brc 1605
Di Vostra Serenità
Serva Devotissima Horte.xsia S.ta Croce Borghese.
AI doge di Venetia.
Serenissimo Doge
Potrà ben haver la Serenità Vostra altri servitori più grandi di me, ma non già che m'avanzino di gratitudine, perche quanto manco io presumo dì me medesimo, et del mio merito, tanto più mi reputo
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