Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      molta pazienza, et spesa o tutte, o pat te ili quelle fol tezze che lroggi-di possiedono quei Signori Eccellentissimi in Lombardia, già quattro anni in circa, mentre f illustrissimo signor Simon Contarmi era ambasciatore in Spagna per quella Repubblica fu accettato da Sua Maestà Cattolica, et volentieri sentito un certo Aquilante, el Giulio Sfa* zeni, Bressani ambidue, i quali trattarono di far che facilmente decadesse nelle inani di quella Corona, Bressa, Bergamo, Crema et gli Orzi nuovi (1), ma particolarmente gli Orzi per poter da Soncino, luogo confinante, liaver subito il soccorso con quel modo, che più a basso io dirò: et questo loro disegno era per porsi m effetto al presente; il modo è questo di fare. Che con pretesto di mercatanti». o di altra occasione, fosse introdotto dentro della fortezza un carro con sopra una cassa ripiena di fuochi artificiati in tal maniera composti che a tempo, et occasione destinata facessero il loro effetto, il qual carro giunto che fosse stato nel corpo di guardia della porta, o in qualsivoglia altro luogo che fosse stimato più proprio, impensatamente abbruciasse ogni cosa, et uccidesse i soldati, et atterisse col spavento del fuoco ognuno, al qual successo una imboscata di huomini, per tal effetto riposti in luogo opportuno, entrassero nella fortezza per quella istessa porta eh' era entrato il carro, sicuri per qualche altra intcl-ligentia che havessero dentro, come non è dubbio che hoggidì la devano certamente bavere, che non li saria fatta resistenza. Hor io, con lo stesso zelo di carità, avviso Y. S. clic s' adoperi in virtù dell' ufficio che tiene, acciocché non lasciando nelle suddette fortezze i custodi di esse entrarvi carri, o altri simili instrumenti senza che prima da qualche fedel ministro non sia veduto ciò che dentro vi stia, venga quella Serenissima Repubblica a mantenersi in sicurtà^ et liberata da sì fatto stratagemma. Et per ricognitione di questo racordo (2) il suddetto Aquilante ha dal ro quaranta ducati al mese di provvisione in Spagna, et il compagno bebbe un buon ninnerò di danari, li qnali due
      (1) Fortezza nel Bresciano, che annoverata era tra quelle di confine., retta ita un patrizio, col titolo di l'ntt'vctliwre. il quale sopranteudeva solamente alle cose militari.
      (2) Kipelo, clic nell'antico dialetto veneziano la voce™acnrtfo equivaleva a projdW, (Vedi uno Lessico WHétO a Ricordanti,


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Terzo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 478

   

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