Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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mero del popolo, conchiudendosi, che si facessero prontamente partire gt' incendhii, e che le anni da fuoco havesscro a rimanere in casa di ognuno, con la prolhbitione di portarle per !» città, sotto le pene statuite dalle leggi prima della solleva-tione, eccettuata la spada et il pugnale che a tulli si concedevano. Con tale nsolutione si condusse Toraldo, il Marchese, generale d'artiglieria, c capitani del popolo, al vascello di Do» Giovanni, il quale moslrò fermezza di non voler uiscen-dere in terra, se prima il popolo non fosse disarmalo, e le armi riposte dentro il Castello, il che havrebbe riconosciuto per chiaro argomento della fedeltà che professavano al re. Riportata la risposta da Toraldo, il popolo civile parve assentisse, ma il più basso, mostrando risolutone di non deponer le arni stelle sempre, coli' istesso Toraldo, la notte vigilante per dubbio di qualche stratagemma degli Spaglinoli. Li quali, vedendo la di lui ostinatone, concertalo, come si crede, pri-ina il negotio, sabbato mattina, falli sbarcare li solda» dai vascelli alli Volli dell'arsenale, e di là, senza osservazione, introdotti in Castelnovo, e da questo usciii diversi officiali rifoi-maii, con militari alemanni e spagnuoli, si sono verso il mezzogiorno improvvisamente impossessali dei posti eminenti di santa Lucia, Pizzofalcooi, c san Giuseppe, mandandosi fuor! il marchese di san Giuliano, e don Giuseppe di Sangro a far levare le armi al popolo lutto, sotto il calore del cannone di sani Ermo che teneva, colui frequenza dei tiri, intimorite le genti acciò non si unissero. Poi, sulla sera, falla voltar la prora ai vascelli et allo galere verso il Carmine, furono, da qtfei legr ',( dai castelli e dai predetti posti acquistali, sparale tante cannonale tutta la notle intiera, che non si udivano che horridi rimbombi, come tuttavia segue Intanto, fallasi altra sortila dagli Spagnuoli, si sono impadroniti di tutta la parlo superiore della cillà, della strada dì Toledo, e di quella di Monte Olivelo sino al Largo dei Gesuiti, dove arrisali la mattina di domenica all' imboccatura di quella strada della di santa Ghìa-
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