Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      XXXIV. Qui stiamo nelle mani di Sua Divina Maestà, et in 2s maggio
      1G5IÌ.
      una divotissima confusione del popolo, il quale, con lagrime oìo. france
      1 1 ' 1 ' ° sco Valenti-
      dirottissime, del continuo implora dalla santissima Vergine^ m v. Como misericordia. Sono quattro giorni che questa intimorita gente U di ogni età et condilione^ scalza, (et ledonzelleanco scapigliate) và processionalmente, con croci el altre dimostralioni di grande umiltà, perla città cantando letanie, il Rosario et altre particolari oralioni, visitando poi la chiesa della gloriosissima immaginedi sanla Maria di Costantinopoli, in cui onore quasi lutti ordinariamente il martedì, fanno particolar divolione colla vigilia, o digiuno. Hoggi in particolare da tutte le parrocchie, dalle Con-fraternità, dalle Congregationi et dalla città tutta, che tiene chiuse le botteghe, si fa solennissima festività a gara, confessati et comunicali, concorrendo alla visita di essa chiesa, ove sono alcune sante monache rinchiuse alle quali (allargandosi il monastero clic era angusto) la cillà ha fatto portare per elemosina centocinquanta sommari di calce per la fabbrica, offerendo poi tutti cera et danaro, secondo le loro possibilità. Si è scoperta la peste (2) che ha incominciato al Lavinaro, luoco il più numeroso della bassa plebe. Hieri ne sono morti maggior numero dell'ordinario, eh'è quantità considerabile et tuttavia continua questo pessimo influsso*. Alcuni di subito rendono lo spirilo., altri vedono il giorno, et non arrivano alla sera, ritrovandosi infiniti gli ammalali, iscoprendosi o sotto lo scaglio (3) o nell' anguinaglia quell' orrido segno, che qui chiamano ampolla (4). Un buon terzo di questi signori cavalieri hanno abbandonata la città e ritiratisi uei loro Stali, come
      (1) Il Residente Andrej Rosso moriva, pressoché improvvisamente, da podagra 1' otto febbraio 1655 (M. V.).
      (2) Questa parola è cancellata in modo però che si può leggere facilmente, avendosi, sopra, sostituito e scritto certo male. Ciò proverebbe il ribrezzo che ha sempre l'uomo di pronunziare il terribile motto, peste.
      (5) Ascella.
      (4) Forse per assomigliare a qual ringonfiameiito, q^l vescica, che talora si vede ne' vegetali, e che appunto dieesi ampolla. v


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Terzo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 478

   

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