Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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riverentemente alla Serenità Vostra, cioè il cataro, una ventosità clic fu stimata mal di pietra, et una convulsione in questi ultimi giorni cosi grande, che tutto quello usciva dal suo corpo era per di sopra. Pati Sua Altezza un'altra volta ai questo mal medesimo, ma perchè non era la sua hora arrivò a questo, che con aggionta del cataro le ha dato la morte. Sabbaio mattina vedendosi, clic Sua Altezza non conosceva il pericolo nel quale si trovava, il signor Don Virginio che mai se le partiva da presso, con 1' assenso di Madama, et pregato da tutti le disse, clic il male era molto pericoloso, et che però ricordava all'Altezza Sua quello che ella in casi simili haveva sempre ricordalo ad altri, clic era la confessione, et li Santissimi Sacramenti. Rispose il Gran Duca, eli' egli faceva da buon cavaliero, ma che a lui non pareva di star così male; clic con tutto ciò gli si facesse chiamare il confessore il quale, perchè si ritrovava nell' anticamera, fu introdotto, et Sua Altezza si confessò, el dimandò la Comunione, ma quella portatale, perche le continuò sempre il vomito, non le fu concesso di prenderla, onde, mostrandone un grandissimo desiderio, adorò il Santissimo Sacramento, el lo fece con tanta devolionc che intenerì ognuno. Ghiaino poi il principe, et lo benedi, et gli disse che benedisse egli li fratelli a nome suo. Le fu data 1' ultima onlione, et trovandosi con l'intelletto sanissimo hebbe volontà di far un codicillo; ma, sopravenuto da uri traboco di cataro, perde la parola, el spirò lasciando in ognuno un grandissimo dispiacere, essendo mancato principe veramente di gran religione, dì gran bontà, et di gran prudenza. Fu a-perto, et dal cuore in poi, ch'era bello, tulle le altre parli li-rono trovale guaste, perchè il fegato era bianco, pieno d'acqua, et dimostrava un principio cosi grande d'idropisia, che poco mancava che non fosse del tutto formala, di che lì medici non s'erano mai avveduti; la milza era nera, et tulli gli intestini guasli; non haveva pietia, ma il male fu di ventosità che causò la convulsione predella. Fece già testamento dopo
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