Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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eidamente nel porto ad impossessarsene; lasciando star gii altri due Vascelli perchè eran di Greci.
Continuava la zuffa asprissima, et pertinacissima da tanti lati quanti eran i Torrioni, et i posti della piazza fortificati; et era da ogni banda rabbiosissima ostinazione; perchè quanto i nostri avanzavan i Turchi di feroce bravura, et indefessa durata, tanto i Turchi li supe-ravan di vantaggio di luogo, e di una estrema disperazione. Alla fine Dio, che dà le vittorie, et abbatte i vinti, porse aiuto alla causa sua ; Et i Turchi incominciaron a poco a poco ad abbandonarsi, con lasciarsi ammazzare, o arrendersi. Et con questo si pervenne al bramato fine della ben affaticata vittoria a laude di Dio, et di Santo Stefano, et a gloria del nostro Serenissimo Gran Duca, et gran Maestro. Durò la battaglia più di quattro hore, et fu troppo arrisicata, et insanguinata. Perocché de' nostri ve ne restaron morti sino a -19, et feriti 55. Et dei Turchi più di 150 morti, et 243 prigioni. Cessata la battaglia, et ridotti i cadaveri de'nostri a'Galera, et spogliata la piazza dell'artiglio-ria, el d'ogni altra munizione, et cosa che vi fusse di momento, et dato fuoco alle case, si ridussero tutti alle Galere. E menandone con loro quelle due Capitane, voltarono le prue verso Italia, ricchi di preda, per baver preso due Capitane, et otto altri Vascelli con molta artiglieria, munizione, et altre merci, condotti schiavi sino a 350 Turchi, et mortone più di 200. Et la parte che ha cercato il gran Duca, et gradita, è stata l'havere abbattuto così famosa Fortezza, recuperato, e ben purgato il Trofeo di quelle 40 teste de'suoi buoni Vassalli, et liberato dalla dura sehiavitudine 240 Christian!.
VII. Mentre il Gran Duca si trovava in Siena havendo a'9 di
¦ , • i r • n il i> . novembrihavuto avviso che a Livorno fosse, alli tre del correlile, copi- i6is. tato in una nave fiamenga un Turco accompagnalo da alquante persone, che s'intende nominarsi Benarmino Bassa di Scita, che essendo stato contumace, et ribello del Gran Signore se n'è fuggilo per salvarsi sotto la protetione dell'Altezza Sua, espedi il Gran Duca subito il signor Lorenzo Usimbardi suo secretano per scoprir con qualche fondamento la conditione
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