Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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corte, con rimostranze di ogni maggior sentimento, mentre così non bavera più essa con chi trattenersi in tutte le cose all' uso della sua natìone, oltre la conseguenze, che ne possono anco di più sortire. Hoggi ter/o giorno su galera del Gran Duca partirono da Livorno per Marsiglia diverse dame, c ca-\alieri franzesi, che stavano a'servitù di questa principessa sposa, ci sono una buona parie di quelli che sono stati dal medesimo Gran Duca licenliali a causa della troppo libertà del viver loro dispiacevole allo stesso Gran Duca e corte sua, rimasta essendo per ciò la principessa nella maggior morlitica-lione per non haver bora presso di sè alcuna persona di confidenza; si che rimasta nella maggior passione, questi pi ino pi studiano sempre per renderncla sollevata, e divertita, di farle vedere tutti li loro luochi più deliliosi intorno Fiorenza, e trattenerla con li spassi maggiori.
XIV. La Gran Duchessa, e la principessa sono comparse ì> aprile improvvisamente unite nel principio della cadente settimana Francesco per male sopraggiunto al piccolo principe (I) che Io ha tenuto in dubbio della vita. Il principe padre si trattiene all'Am-brogiana, passatovi questi ultimi giorni da Livorno per male sodisfattili ricevute dalla moglie la quale, difficilmente scordandosi la libertà nel conversare accostumata in Francia, frequenti cause di disgusti gli somministraE passato il Gran Duca al Poggio imperiale senza toccar ^ apri,® questa città. Vi si tratteiiirà qualche giorno con tutta la corte, per esser Iuoco alla stagione accomodato, c per mortificar la principessa che qui sola rimane; credesi vi anderà pure a queste fine dall'Ambrogiana il principe suo mai ilo. Il signor cardinale (2) sin hora niente ha potuto conseguire per riunirli, non che habbi proceduto tepidamente con il fine stesso del Gran
(1) Ferdinando morto nel 30 ottobre 1713, per cui il fratello Giovali Gastone ebbe a succedere al padre.
(2) Carlo de' 'Medici, fratello del granduca Ferdinando primo, morto in Fiorenza nel 16136 decano del sacro collegio.
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