Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      da Molino, cavaliere della stola d' oro, dignità elle dà il Senato quando torna un nobile da qualche ambasceria a Testa Coronata, guadagnata da questo al ritorno da quella dell' imperatore e lo condusse di sopra nel salone del Consiglio (1) dove si adunarono da 700 in 800 nobili per sostituire nuovi soggetti alle cariche vacanti ; il che visto da S. A., partì, accompagnata dal medesimo nobile fino alla gondola. Fu alla chiesa dei Gesuiti, il dopo desinare ai Fi-ari, chiesa dei Padri Minori. Uscita da questa visitò Santo Rocco (2); l'ora che restava del giorno, la passò S. A. alle monache di san Cosimo (3) in favellare colla badessa, e con la signora Ottavia Duodo, dama attempata sì, ma spiritosa ed eloquente, e delle prime famiglie di Venezia, e di qui tornò a casa.
      //' di 24 maggio.
      Giornata VI in Venezia.
      L' abboccamento col signor principe di monsignor Francesco Mo-rosini Primate di Dalmazia e Patriarca di Venezia seguì questa mattina nella chiesa dei Servi (4), dove anco fu complimentato dall'abate Bini Residente di Savoia. Quivi sentì messa. Per essere poi pienamente informato della grandezza, e sito della città, non ricusò la fatica di salire il campanile del Duomo alto 315 piedi e largo per ogni verso 62. Sceso che fu, fece il giro della fiera su la piazza, tutta botteghe di ogni sorte di mercanzia, e passalo prima per la chiesa bella di san Salvadore de'Canonici regolari, tornò a casa. Passò il signor principe dopo il desinare in quattro gite, a quella prima di san Pietro in Canale (o), chiesa patriarcale; la seconda dell'isola della Certosa. Al ri-
      (1) Maggior Consiglio, cui non erano ammessi che patrizii nati da legittime nozze e da nobili genitori, e eh' era il vero padrone della repubblica
      (2) Chiesa appartenente alla più ricca di quelle confraternito laicali che a V enezia chiamavansi Scuole grandi.
      (3) Monastero di Benedettine alla Giudecca.
      (4) Insigne per opero di pittura, e di scarpello, ed abbattuta, senza motivo e per solo vezzo barbarico, nell'anno 1812, Sarpi visse, e mori in quel convento.
      (5) Deve slare piuttosto Castello.
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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Terzo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 478

   

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