Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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Nuovo incendio segui in quesla ciltà la natte precedente 2'J( i»«'»Giacomo, 25 del corrente, et maggiore della prima volta lù la confusione, et il terrore del popolo, mentre alle quattro bore, et nel mezzo della città diede fuori il fuoco, col solito sospetto, che appostatamele fosse stato acceso (1) Una sola casa abbruggiò ad ogni modo, mentre, dirupatesi le vicine da ogni banda, se gli tolse il modo di dilatarsi, come si dubitava. Durò fino al giorno seguente, et per lutto lo spalio della combustione slette la città in arme, ordinandosi ai cavallien di cammitiar di continuo per le strade, a fine di ovviare agli altri maggiori disordini, et pericoli; el questo medesimo si fà restì eseguilo anco al presente di notte in notte, mentre di tutti li peggiori accidenti vive ogni uno in sospetto, appresso all' alìlilione della pestilenza, di mortalità ogni di più graude, di mancanza di sale, di oglio, di carne, di pesce, d ova, et di molte altre necessità. La notte di quest'ultimo fuoco fu unto, dai soliti scellerati, iì Podestà di Milano (2), et la mattina, giunto a casa, mori egli in un' bora, come qualche altro di quei eh' erano stali assistenti al medesimo fuoco, osservandosi, che in simili folle si cacciasse!" costoro, per più facilmente attaccare il loro veneno. Di giorno, in giorno si và tuttavia diferendo la morte al barbiero, et a quei che restano sententiati con lui, dicouo. perchè cosi comporli il publico servitio, ma dei particolari non si può presentire il certo.
XV. Mi è morto in casa, da peste nuovamente, l'hortu- ss» lugliolano. et uno staffiero, con una sua sorella che lo governava,
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(1) Il primo incendio avrebbe potuto essere accidentale, ancorché straordinario veramente in una stagione in che si la poco, o niesun, uso dì fuoco Ma un secondo, e solo quarantotto ore appi esso, e dopo la ìnstituzìone di attente guardie, mostrerebbe, che quella fosse opera propriamente di ribaldi, confermando così sempre più 1" opinione ( come egregiamente osserva il Canti nella sua Seòtsa di un Lombardo negli Arohiuii di Venezia), che anche » queìl' iasafardamento delle mura non fosse un mero sogno, ma uu propo-» sito deliberato di far del male, non foss'altro col terrore »
(5) Francesco Mandriani.
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