Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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si delle altre cose tulle. Le uni-ioni, et le polveri venenose seguitano, et per queste muore veramente più gente ehe per la peste semplice, osservandosi, che siccome dui carboni (1) guariscono molti, se sono medicali, cosi gli unti, nello spalio di pochissime hore, spirano miserissimamente. Ogni giorno si ritrovano scellerati in flagranti, et si conducono prigioni dal popolo, cerio essendo che incantesimo muove gii esecutori a tanto delitto, mentre essi lutti confessano che desistere non possono in maniera alcuna. Complici iu ciò, quanto al dar fuori danaro, sono tenuti doi banchieri molto ricchi, et sono il Turcom uno, et un altro di cui non mi sovviene il nome (2), prigioni tutti doi. Complici pure, et forse autori si credono, don Carlo Bos (Bossi) nobile milanese, che altre volte teneva il li'.olo di Presidente di Parma in questa città, liuomo di spiriti molto elevati, di seguito, et adherentie. Fu già religioso nei preti Barnabiti, hora, libero, slava in Roma da qualche mese in qua, el è voce comune, che venga di là prigione, essendo slato concesso dal Pontefice a richiesta dell' ambascialo!' di Spagna; et un figlinolo del Castellano di questo castello, spagnuolo, capitano di cavalleria (o), et questo è cerio eh' è prigione di ordine del signor Governatore nel castello di Poinaro, condottovi dal campo con buone custodie ultimamente; el doi altri Spagnuoli, di non ordinaria condilione. carcerati anco essi, el un conte Mariani, milanese, preso li passali giorni. Del loro fine non si presente cosa certa ancora, ma gran concetti bisogna havessero in mente se si verificherà che siano rei. ti ,i«usto XVII. Visse fin hieri questo signor Presidente alla Sanità, Monli, che hn convenuto cedere anch'egli alla pestilenza, privando la città della esperienza el atlitudine sua nella cor-
fi) Carbonchi
(2) sangh'innito; coni bella SioràO di un bombardo nri/h Arehirii Venezia \ ergasi puro Nota /I
(3) Don Giotnuni l'ndilla. Veruni Noi» .1
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