Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      Non essendosi queste potute concilili-, riguardo alla ini- £ ' '"'S* potenza del principe, et alla durezza del Senato, si sono portate alla notitia della Corte di Spagna per attenderne dalla medesima la decisione, non liavcndo intanto il signor principe nò 111311 voluto ricevere il complimento eh'è solilo far i! Senato medesimo in Corpo ai Governatori nelle presenti solennità.
      XVI. Domenica passala si portò il signor principe Go- ®2redi1cy0™ vernalorc col Consiglio secreto, Senato, e tutti gli altri Tri- rendi a-bunali nel duomo ad assistere alia funlione del Tedcum che si Bianchi. cnnlò con la maggiore solennità, accompagnato da una salva generale del Castello in atto di acclamalione al nuovo Re (1), e la sera si fece a Corte una estraordinaria conversatone con musica e copiosi rinfreschi, sendovi concorsa la Nobiltà in gran numero, adorna di gioie e di ricchissimi vestili, ne! mentre che per tutta la città seguiva un'abbondante iliumiuatione, quale poi non si credè bene di replicare nelle allre due sere susseguenti, come s'era divisato. Alle dimostralioni della Nobiltà non si è veduto corrispondere in modo alcuno quelle del popolo, da cui non si è sentita nò meno una fiacca voce di
      (1) Filippo V, prima duca d'Anjou, secondogonito (li Luigi Delfino di Francia, e di Maria Anna di Baviera, nato a Versailles il 19 dicembre 1685, c chiamato alla corona di Spagna il 2 ottobre 1700 col testamento di quel re Carlo II.
      Questo testamento però fu l'origine di una terribil guerra, che arse e ilesolò l'Europa per lungo tempo; e la guerra era veramente inevitabile, perciocché essendo i diritti della successione controversi tra varii concorrenti, e di più temendo gli altri principi, che t'aggiunta dei regni di Spagna alla casa reale (li Francia, già tanto formidabile, divenisse lesiva della liberta di tutti, altro rimedio non restava che quello di dar mano alle armi. Intanto l'imperatore Leopoldo, cui pareva troppo grave che una così ricca ereditai, qua) era quella di Spagna, uscisse dalla sua famiglia, giudicando che fra le popolazioni di Milano, e di Napoli vivessero non pochi a lui aderenti si deliberà di andar tentando, se questi umori potessero produrvi movimenti favorevoli alla sua intenzione.
      Questi brevi cenili varranno pertanto a far comprendere più facilmente i fatti che vengono particolarmente ad esser narrati nei due Libri seguenti


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Quarto)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 603

   

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