Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      11 Piazza adunque legato alla tortura e levato in alto, strideva, ed ; ah per amor di Dio, vossignoria mi faccia lasciar giù che dirò quello che so, Ma caIato5 negava d'essere conscio di checchessia; aliato ancora, niente confessò, talché per quel giorno fu rinviato, Al domani, benché desse buon conto del dove era stato tutta la mattina del 21, fu di nuovo applicato al tormento, adoprando anche la descritta legatura del canape. Siccome poi il demonio poteva aver ammaliato il reo nei capelli, negli abiti o negli intestini, perciò lo si radeva, e.o-privasi colle vesti della curia, e talvolta gli si dava anche una purgazione. Così fu fatto al Piazza, il quale tra il supplizio esclamava : ah Signore, ah S. Carlo! Se lo sapessi lo direi; ammazzatemi, ammazzatemi. A'è cosa alcuna conlessando, fu rimandato. Oggi noi diciamo; quanto più uri delitto è atroce, tant' è più duro a commettersi, tante più prove si vogliono per crederlo. Ma una tutt' altra prammatica vigeva allora e durò un pezzo, che nei casi atroci bastano le più lievi coìighietture, e può il giudice oltrepassare il diritto. Facendo adunque secondo questa, si ricominciò la tortura al giorno seguente: e mentre audavasi allestendo lo spaventoso arsenale, il misero ripeteva: Hit ammazzino che sono qui: mi ammazzino che l'avrò caro perchè la verità l'ho detta Indi cruciato con acerba tortura a più riprese ad arbitrio del giudice, esclamava : non so niente ; fatemi tagliar la mano ; ammazzatemi pure ; oh Dio mi, oli Dio mi. — Ah Signore, sono assassinato. —Ah Dio mi, non morto ; oh che assassinamento, oh che assassinamento.
      Pfà altro ne cavarono; onde fu gettato in prigione senza neppure allogargli le ossa. Era un continuare la tortura. Ivi allo sciagurato si allacciavano da una parte nuovi tormenti, quello spaventevole moto di seghe, di cavalietti, di tanaglie, di ruote ingranate nelle sue earni ; infine l'ultimo grado dell' obbrobrio e della sventura, quella morte senza combattimento e senza incertezza, la presenza della quale è
      alla terza volta. Lucermi Inquisiturum II Claro insegna un'altra manie ra di scoprir la verità dallo donne; ciò è condursi l'imputata in cameraf fingersi in ispasimo doli' Amor di lei, prometterle di liberarla e farla sua per indurla ad una confessione che la rechi a morte P. 7fi0. n. 80 Vo.„ IV fù


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Quarto)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 603

   

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