Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      una rivelazione di terrore per gli animi più preparali (1) : dall'ai-ira la bellezza della vita che più si sente come più si è presso a perderla. Evitar quelli, serbar questa doveva essere il suo desiderio; e lo poteva coli usare l'impunità promessagli, e chiamarsi in colpa d iniquità neppur mai sognate. In questo disperato consiglio si fe condurre innanzi ai giudici. Ivi il cattivo prese a raccontare come avea ricevuto !' unto da Gian Giacomo Mora barbiere, amico suo di buon dì e buon anno, il quale fattogli motto una vlolta, gli disse : vi ho poi da dare non so che unto, e da lì a dot o Ire dì, essendo presenti tre o quattro persone e un Matteo che fd il fruttaroìo e vendo gamberi in Carrobbio, gliene diede lanla quantità quunla potrebbe capire questo calamajo.
      Perchè colui non unse da se? come arrischiò si enorme proposta in presenza dì tanti? che potea il Piazza promettersi da un miserabile barbiere? Domande che a ciascuno di noi suggerisce tosto questo romanzetto di atterrita fantasia, ma che neppure caddero in mente ai togati d alloraMovendo dal centro di Milano, presso S. Lorenzo a mano ritta incontrate una via detta la Vedrà dei Cittadini; sopra un angolo di quella oggi v' è la spezieria Porati, sul!' opposto una casn segnata co) numero 3-499, dove è una macelleria ed altro, Allora un' arco ealvalcava la via, e in quella casa appunto era la barbcria di Gian Giacomo Mora, Quell insieme che suolo chiamarsi la giustizia si condusse adunque a quella casa. Ivi il ribaldissimo elio per libidine ili far malo non solo spargeva unti infernali, ma cercava complici al più nero misfatto, benché sapesse dalia fama e gli unti scoperti sui muri vicino a lui, e la cattura del Piazza, fu trovato colla moglie c tre sue fanciulletto, clic stillava non so che acque al lambicco; onde ( cosi il Ripamonti ) tosto si dissero 1' un 1 altro all' orecchio esser questa senz'altro un'officina di veleni. Se ne visita, anzi si capovolge la casa, notandone ogni tattera benché minuta; ninna cosa sospetta. Solo a commissione di Guglielmo Piazza diceva di aver fatto del-I unguento dell' inipie calo per ungersi li polsi per preservarsi dal mal contagioso; e se mai, soggiungeva, mi son venuti i/i casa perii) Morale ''.«(Mica Wp. 7,


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Quarto)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 603

   

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