Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      Quawk) il legislatore imperava così colleroso, cosi fiero, così ingiusto, fin a colpire K innocente discendenza, che aspettare dagli esecutori della legge? Era il tempo che ogn'anno, nè solo in Italia, si bruciavano eentinaja di fattucchiere. Tre anni dopo, Giacinto Centino d'Ascoli messosi in fantasia di far papa un suo zio cardinale, studiò le malìe, e formò di cera 1 effigie del papa regnante per incantarlo; ina scoverto, egli fu decapitato, parecchi frati ed altri suoi correi, di cui al più potea punirsi l'intenzione, o meglio inviarli ai pazzarelli, furono condannati al fuoco, alla galera, ai ferri in vita.
      In quest'anno stesso, all'occasione della peste, i Bormiesi avea-110 proibito che uom non passasse nella confinante Engaddina. Ora alle scolte die dentro un paesano che avea violato il confine, e che confessò esser andato di là per interrogare un'astrologo su certa bisbetica malattia di sua moglie, e che questi gli avea fatto vedere 111 un ampolla tre persone che l'aveano fatturata. Di queste cólta una vecchia, domandala alla corda, nominò ben 30 persone come complici, che tutte furono bruciate.
      Già prevedete adunque a ohe finissero ì poveri untori, h editto riportato vi accennò i due condannati ai 27 Luglio ed uccisi il 2 A-gosto, che furono Gian Giacomo Mora e Guglielmo Piazza. Quei mi seri, certi di morir innocenti se non in quanto la giustizia gii avea costretti a mentire, non aveano neppure, a sostenersi nel gran punto, quella forza eh'è propria dei gran delinquenti, la lorza, il cui abuso li trasse all'atrocità.
      Poste essi sovra un alto carro, vennero attanagliati lungo tutta la via che è dal Capitano di giustizia al Carrobbio; quivi si reci sero loro le destre; poi giunti alla Vedrà, luogo dei supplizj, ebbero ad una ad una frante le ossa; ed intrecciati alla ruota stessa poi innalzati, rimasero vivi sei ore, fra che spasimi neppur regge 1 immaginazione a pensarlo. E le povere lor donne e i poveri figli loro? — Infine scannati e bruciati, ne furono gettate le ceneri nel vicino rivo,
      Allora veramente era un accidente abituale della vita pubblica il veder la Giustizia strascinare le sue vittime ai tormenti e alla forca: il mondo colto appena ne parlava; il meneghino al più sospen-


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Quarto)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 603

   

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