Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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partire, rispose, che continuava Sua Maestà nella impazienza ili passa:- all'annata, ma che, mentre non erano sicure le strade, nè meno lui pelerà dir cosa alcuna di certo Ila esleso il monarca gli alti delia propria beneficenza verso la sola persona, (in hora, di questo Gran Cancelliere a cui riservò il posto primo vacante nel Consiglio Reale di Castiglia, assegnatagli inoltre l'anima rendita di mille scudi esigibili sopra alcuni vescovati di Spagna. Molli però son quelli che agitano tra le pratiche e le speranze per qualche avanzamento di lucro, o di lionore, e Ira gli altri il principe di Castiglione che anela l'investitura dei beni, esistenti in questo Sialo, di ragione di don Livio Odesealchi (1), caduto dalla gralìa Reale, et il signor cardinale Archinlo, e conte Carlo Borromeo che vorrebbero vedere insigniti del Grandalo il nipote ed il tìglio. Fece Sua Maestà l'altro ben chiamar a se la Congregalione deilo Stalo Si dichiarò soddisfatta del Paese, e disse, che avendo rilevato dal signor principe di Vaudemont come la Congregalione me desima andasse versando per concretare una pecuniaria spontanea offerta da farsi alla Maestà Sua, gradiva la buona volontà de'suoi sudditi, ma che la qualità delle presenti congìoulure lo persuadeva di esentarli da tale aggravio non so'o, ma di applicare ancora ad ogni altro possibile loro sollievo. Valsero queste liberali et amorose parole a consolare la stessa Congregalione che, nella conoscenza del proprio dovere, risentiva con afllilione la difficoltà di adempirlo, come servono arresi per conciliare acclamationi semino maggiori ul nome di Sua Maestà li testimonii che rende giornalmente di cristiana pietà
(1) Mollo beneficato ed onorato dall' imperatore Leopoldo L il quale volle mostrargli co'doni e co'favori la particolare riconoscenza che professava al defunto di lui zio Papa Innocenzo XI per aver egli mollo cwitri-buito alla liberazione di Vienna assediata dai Turchi Morto don Livio, senza essere stato ammogliato, iuslituiva suo erede universale don Ualdas-sare marchese Erba, figlio di - ucrezia Odesealchi sua sorella maggiore, e di Benedetto Erba senatore di Milano, con espressa condizione però di assumere I' arme, il cognome, e i titoli degli Odesealchi. Ciò avveniva nel 1713.
Voi.. IV. 30
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