Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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verso Dio. e ili clemenza e di amore verso i suoi sudditi. l'er dar poi eseeulioiie puntuale alle pubbliche riverite Ducali di questa settimana, che m'impongono di rilevare fondatamente col mezzo del signor principe Governatore, o di altri Ministri, in qual tempo, e luogo fosso per riuscire di maggior soddista-tione a Sua Maestà la comparsa dell'Eccellentissima ambasciala, credei proprio darne, hierì mattina a Corte, alcun tocco ad osso signor principeprfli rispose Sua Eccellenza, clic bisognava facessi capo col Segretario del dispaccio al di cui officio spettavano io materie di ambasciatori, e Ministri, e me lo additò poco distante da lui. Appressatomi pertanto al medesimo, e premesse le convenienti ullìeiosità, gli dissi; che bramando la Serenissima repubblica di effeltuare la speditione delli ambasciatori Eccellentissimi destinati appresso Sua Maestà in argomento maggioro della propria affettuosa osservanza verso la Corona Cattolica, e Sua Reaìe persona, haverebbe deside • rato altresì di poter sapere in qual tempo, e luogo fosse per riuscire di maggior soddisfatio.no della Maestà Sua la loro comparsa, e che per ciò m'ero dirizzato a lui por pregarlo, come facevo, di Irarne alcun lume, ondo i'Eccellentissimo Sonalo havesse modo d'incontrare anco in ciò il regio compiacimento. Mi risposo ii Ministro ccl seguente preciso senso, clic sebbene da lui espresso hi spaglinolo, fa tuttavia da ilio intieramente e nel suo vero significato raccolto. Agli ambasciatovi iocca di andar in traccia ihi re, c quando loro saranno ginn!', dove s'allrovasse Sua Maestà* allora farò io il mio officio. Ripigliai con maniera soave, elio forse la mia debolezza non liavcva boa saputo esprimersi seco, mentre peraltro la ricorca da ine fattagli mirando unicamente ail i maggioro soddisfatio-iio di Sua Maestà non potevo so non sperarla ben ricevili Allora mi disse, elio io non m'oro già malo spiegato, ma che non sapeva aggiungermi di avvantaggio, e usci dalla stanza (I)
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