Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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i\on tralasciando li nemici con paliate insinuazioni di piacevolezza, ed erronee esortazioni, col tinto manto delle quali coloriscono gì' ideati loro disegni molto pregiudiziali al pubblico bene, e quiete di questi fedelissimi popoli, tutto che in apparenza lusinghino ar-tilìzìosamente lì medemi con una affettata, ed insussistente protezione per ritraherne poscia da quella la propria conservazione, con pubblicare libelli invitatorii per adescare 1 animo dei più creduli, e deviarli dal grande amore, ed incorrotta fedeltà che hanno sempre manifestato tutti alla JMaestà del Re Don Filippo Quinto nostro legittimo Sovrano, e Signore, che Dio guardi, havendo per tale effetto (per quanto habbiamo inteso ) fatto intimare ad alcune Terre dì questo Stato, particolarmente alla parte di Geradadda, di riconoscere le arme Imperiali, e di stare a'suoi ordini, promettendo loro padrocinio, ed assistenza, quando per altro resta disposta con somma vigilanza, e provvido valore d un fiorito esercito ogni più valida difesa per opporsi a qualunque loro attentato. E convenendo deludere un sì per-nizioso artificio, e smascherare ogni loro illegittimo disegno, habbiamo risoluto di far pubblicare la presente. ,
In virtù della quale ordiniamo, et espressamente comandiamo a qualsivoglia persona, città, Comunità, Terra, e luogo di questo Stato, che r.on debba in conto alcuno riconoscere le armi Imperiali, nè attendere agli ordini, che in nome loro verranno dati, ina anzi debbano considerarli, c trattarli come nemici, non prestando loro veruna fede, nè assistenza per non appartarsi da quel dovere di vassallaggio che già hanno con pieni attestati d' amore, e fedeltà prestato al nostro Gran Monarca Don Filippo Quinto, la di cui impareggiabile venerazione siamo così certamente persuasi, e sicuri rimanere ben radicata, e costante nel cuore di questi leali sudditi, cosi che non si lase.ieranno rimanere dal loro obbligo per qualunque motivo di lusinga, o di timore che lor possa essere insinuato, altrimenti incorreranno nelle pene disposte dalle leggi, e dalle gride reiteratamente pubblicate in questa materia, e saranno reputati come nemici, e ribelli del loro proprio Sovrano, il che giammai potremo dubitare possa succedere in questi sudditi, tanto benemeriti di Sua Maestà, e costanti nel loro fedelissimo vassallaggio.
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