Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
IKM
14 novembre 1700
Avendo il marchese della Florida, castellano del castello dì Milano fatto intendere alla città, che convenendogli parlare a due Deputati del Corpo della medesima sopra affari alla stessa mollo importanti glieli inviassero sotto la fede di ogni maggior sicurezza, et essendosi a questa proposta scusata la città, lece egli intendere alla medesima, che havrebbe inviato un officiale a trattar con esso loro, il che havendo parimente ricusato, solto pretesto di non esserle permesso, si è trovato obblicato di far intendere alla ciltà per iscritto i suoi sensi con lettera scritta, ed inviata con un Tamburo al Vicario di provvisione, e conte Giovanni Battista Scotti, e don Uberto Stampa Deputati, nella quale si è espresso, ohe imponendo alla città di Milano, come riconosciuta nemica del Re da tutti li passi dalla medesima fatti, una contribuzione, solita comporsi secondo le leggi della guerra, di vino, et altri commestibili per la guarnigione di questo castello, et assegnato alla medesima ii termine di ore ventiquattro, che spireranno il dì 15 a ore 19, intimandole, che questo spirato in caso di contravventione, si procederà contro di essa con la esecutione militare a ferro e fuoco, con il maggior rigore, senza perdonare a niuna persona di qualunque età, e sesso che siasi, nè alle loro case, ed averi, essendo già pronte a questo fine le batterie di mortai a bomba, carcasse ed altri fuochi in-cendiarii, e di cannoni e palle rosse per servirsene in memorando castigo della di lei disubbidienza. E volendo il marchese della Florida restino intesi la Nobiltà et il popolo dell' ordine dato alla città, e che qualsivoglia danno e disordine correrà a danno della stessa, poiché obbedendo si eviterebbe così grave pregiudizio, ha fatto dispensare diversi manoscritti di questo tenore pregando tutti quelli nelle mani dei quali capiteranno li portino, e presentino al Vicario di provvisione, et alli Deputati della città conti Giovanni Battista Scotti, e don Uberto Stampa, avvertendo, che anco avanti 1 arrivo dei nemici furono dal castellano dimandati alli suddetti conti diversi viveri per il suo castello, e poi reiterata in suo nome dal marchesa di Valdefuentes la istanza alla Cameretta, al che non diede la città compimento
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