Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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inquietarla; per altro quelli «.iella Corte si sono serviti senza scrupolo delle provvisioni che stavano approntate.
Vili, E sortita l'inserta Circolare per tutti li Vicani fo- so ottobre ranci, e parochi dello Stato del signor duca di Savoia, dove orati ¦ si vede l'intimata guerra a Sua Maestà Cesarea e Cattolica per fo Stalo di Milano, coli'alleanza del Re Christianissiiuo (1). Già Carlo Emmanuele c a Vercelli con parte delle sue forzo, et a Mortara, \alenza et Alessandria ripartito è il rimanente, consistendo l'intero in ventiquattromila huomini, compresi mille cinquecento cavalli, lasciato il di più, siuo alli trentadue-
(!) Per il trattato di Rastadt (conehiuso ai 7 di settembre 1714, e che può considerarsi come un'appendice di quello di Utrecht, sottoscritto agli li di aprite 1713) la Francia promise, e s'impegnò di lasciar godere tranquillamente, e pacificamente all' Austria tutti gli Stati e luoghi che attor possedeva, Ira cui si comprendeva il ducato di Milano: mata elezione del re di Polonia lu cagione di una nuova peripezia. Era passato da questa all' altra vita sul principio del febbraio -1733 Augusto il re di Polonia. Due prìncipi andavano a competenza di quel trono elettivo, ed erano Stanislao Leczinski, suocero del re di Francia, ed Augusto duca di Sassonia, nipote dell' imperatore Carlo sesto. Stanislao restò eletto, vi fu riconosciuto, e gridato re dal primate, dai magnali e dal popolo. Questa elezione cagionò uno sdegno gravissimo nella corte di Vienna, perchè avrebbe voluto re il Sassone afQu di opporli! al duca di Baviera di cui temeva l'ambizione a pregiudizio della prammatica sanzione, la Francia, gridando che si era fatta violenza alla libertà delle elezioni in Polonia, risolvevasì alla guerra; e Carlo Emmanuele Ili di Savoia mostrandosi dal grembo delle sue alpi, sì lontane dalla Polonia, molto geloso della di tei libertà, e dicendo, esser lui strettamente unito di amicizia e di sangue col re di Francia, e dalla condotta dell'imperatore essere stata offesa la dignità di quel reame, e la constituzione della Polonia, eollegavasi colla Francia. Così diceva Carlo Enmianuele, quando veramente, non per la gelosia della libertà polacca, nè per 1' onta recata alla dignità di quel paese, pigliava invece lo armi per il solo desiderio che aveva grandissimo di possedere il Milanese. Francesi e Piemontesi camminarono quindi avanti con celerità, mentre, l'imperatore non mancava di mandare in Italia forze tali clic contrastar potessero con quelle dei confederali per la conquista del Milanese. Di questa guisa (corno già era accaduto altra volta, allorché si traltò della successione nel ducato di Mantova, e nel Monferrato) per le ambizioni altrui, e per il protesto della fredda Polonia andar doveva a ferro e a fuoco la florida Lombardia,
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