Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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di ottobre venturo. Il signor «onte di Firmimi comincio a scandagliare gli animi di questa Congregazione di Slato, lasciando cader cenni, che all'occasione di un tanto lieto avvenimento dovrebbe prendere misure addatlate onde testimoniare a Sua Altezza llcale segni di particola!- giubilo, e di particolare affezione. Questi cenni tendono a disporre la citlà di Milano, e quelle dello Slato a prescolare nobile proporzionalo rogalo all'arciduca. Li Milanesi, per quello mi deriva, ne hanno infatti pochissima disposizione. Si higuano di essere aggravali di un Irentalre per cento sopra i fruiti delie '.erre, « stabili loro ; si dolgono, che gl' impieghi lucrosi sono tutti conferiti a forestieri; che al Senato, e alli Tribunali delia città di Milano sia stala dimezzala l'autorità, ed il potere; che li nuovi melodi, e le nuove regole che si osservano oggidì nella esazione dei dazii abbiano ad aumentare di prezzo tulle la cose necessarie alla vita ; e finalmente che l'anno passalo abbia la corle di Vienna astretta la cillà all' esborso di sediei-uiila zecchini por l'acquisto di una privala bibiioieca eh'è s'ala iu seguito assegnala ad uso, e commodo del nuovo arciduca amministratore. Malgrado lai! lagnanze forza sarà a mio credere, che questi signori si sollomellano alle destre insinuazioni del primo Ministro, il quale sembra chiedere un dono gratuito per una volta tanto di centomila zecchini. Si schermiranno quanto più sarà loro possibile ma alla fine do-vran piegarsi, poiché Vienna potrebbe da una dolce insinuazione passar facilmente a risoluto comando.
Ho riferito all'Eccellentissimo Senato nel precedente mio ®1™7a[I* numero le insinuazioni falle destramente percorrere da questo signor conte di Firinian presso la Congregazione di Sialo per determinarla all' occasiono del grande avvenimento degli sponsali Ira la principessa di Esle e l'arciduca Ferdinando ad un dono gratuito di cenlomiia zecchini. L'affare fu cosi bene raccomandato all'avvedutezza di alcuni di questi signori, elio la Congregazione u dovelle annuire, e però ne fu l'alta l'o-Vol. IV. -Vi
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