Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

Pagina (374/603)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      311)
      « A queslo modo, e come sta qui sopra espresso, sentenziamo, dichiariamo, condanniamo, e rispettivamente applichiamo, ed intendiamo che sia eseguito, e comandiamo che Io sia; e tutto quanto è necessario per Io eseguimento di quanto sopra, prescriviamo ed imponiamo a ciascuno a cui spetta, e ciò nel miglior modo possibile. »
      « Questa è la mia sentenza ».
      « lo Mamurio Lancillotto, Vicario Criminale Arcivescovile » (1).
      Ma tutto ciò per quale cagione? certamente per essere stata Suor Virginia Maria la figliuola di quel gran gentiluomo milanese, che era don Martino de Leyva il quale avendo destinati al chiostro tutt'i figliuoli cadetti dell uno e dell'altro sesso, per lasciare intatta la sostanza al primogenito, avea già stabilito la condizione della nostra infelice quando ancora stava nascosta nel ventre della madre, rimanendo soltanto da decidersi s'ella sarebbe un monaco, o una monaca. E per ciò ie principali occupazioni della Virginia Maria nel monastero di santa Margherita di Monza erano state sempre un repetio incessante della libertà perduta, l'abbonimento dello staio presente, e un vagamento faticoso dietro a desiderii che non sarebbero soddisfatti mai. Rimasticava quell" amaro passato, ricomponeva colla memoria tutte le circostanze per le quali era giunta là dov'era, e disfaceva mille volte inutilmente col pensiero ciò che aveva fatto con l'opera, accusava sè di dappocaggine, altrui di tirannia, e di perfidia, e si rodeva. Grande e hen formata della persona, avendo gote con un contorno delicato, e grazioso, sopraccigli neri che si ravvicinavano con un rapido movimento, occhi neri anch' essi che si fissavano talora in viso alle persone con una investigazione superba, talora chinavansi in fretta come per cercare un nascondiglio, talura per chiedere affetto, corrispondenza, pietà; labbra, finalmente, i cui moti eran come quelli degli occhi, subitanei, vivi, pieni di espressione, e di mistero, idolatrava insieme, e piagneva la sua bellezza, deplorava una gioventù destiuata a struggersi in un lento martirio, e invidiava in certi momenti qualun-
      (I) Tullia Dandolo, Lo. Signora di Monza, e le Streghe, del Titolo, Processi fumosi del secolo decimo sc.llimo. Milano, Tipografia e Libreria arcivescovile, i8!>!>.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Quarto)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 603

   

Pagina (374/603)






Mamurio Lancillotto Vicario Criminale Arcivescovile Suor Virginia Maria Martino Leyva Virginia Maria Margherita Monza Tullia Dandolo Monza Streghe Titolo Processi Tipografia Libreria Milano