Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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quanto festosamente fosse accolto a Napoli ; origine iti Caserta. — XII Il re si ammoglia con una principessa di Sassonia, e i Napolitani ne godono per vedere introdotte nuovamente m corte le loggie tedesche; strettezza di pecunia per cui si ricorre a un ebreo di Vienna — XIII Ingresso in Napoli della regina ; instituzione dell' Ordine dì san Gen-narc. — XIV. Re Teodoro a Gaeta, con trenta carlini, a giorno per giorno, di sussidio. —XV. Scrupolosità osservate per la conservazione della salute di re Carlo. — XVI. La barbarie, coli' attuazione di buoni ordini, comincia a spegnersi. —XVII. Per la morte di Ferdinando sesto, re Carlo è chiamato al trono di Spagna. — XVIII. Carlo s'imbarca per Ispagna, e proclama re di Napoli don Ferdinando, suo terzogenito — XIX. Straordinario e tremendo terremoto nelle Calabrie; considerazioni in proposito dell' Hamilton
23 novem- L Giunse sabbato sera, verso le due della notte, straor-Fran,. „ dinario corriere espressamente spedito dal signor cardinale Sam0"'¦ de'Medici a questo signor Yicere, con il funesto avviso della morte del re Cattolico (1), seguita il primo del mese corrente, con la dichiaratione nel testamento ultimamente fatto del successore nelìa persona del duca d'Anjou, secondogenito del Dellino, et con qualche aitra . onfusa pai titolarità, toccante la forma di tenersi nel governo della monarchia, successo che fosse il caso di sua mancanza. Senza frapporre momenti di tempo, convocò Sua Eccellenza immediate il regio Collaterale che durò fino le otto hore della notte, et nel medesimo restò in primo luogo discusso, se in difetto per anco di lettere della corte, del Consiglio di Stato, o della Reggenza, convenisse pubblicare l'infelice novella. Varii importanti rifless' persuasero quel Consesso alla risolutione di non dovere occultarla, ed il motivo principale fu quello di togliere a'malcontenti, et gemi inquieti, che qui non mancano ili tutti gli ordini di persone, qualsiasi pretesto di promuovere torbidi, ed eccitare tumulti nel basso popolo, dispostissimo a ricevere qualunque impressione, et facilissimo ad essere commosso, et portato alle rivolte. Fatti perciò chiamare la domenica mattina dal signor
(I) Carlo II.
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