Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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Vietri. S' era in esso eoncei-tato di mettere quella notte il fuoco al regio palazzo, di trucidare la persona del signor Viceré. di tagliare a pezzi la Nobiltà, ci di tiare un sacco generale alle case tutte di Napoli Condotto da esso duca alla presenza del suddetto signor Viceré, il tessitore espose estesamente lutto 1' ordine dell'enorme maneggio, del quale intesane dalia Eccellenza Sua distinta la relatioue, senza perdere momenti di tempo, fece rinforzare possibilmente tutte le guardie della ciltà con nuove soldatesche, armandole particolarmente con quantità di granate ette a disgregare la moltitudine, delle quali s'introdussero diversi carri, et cosi pure di polveri nel regio palazzo, dove, oltre le mihtie, che nelle combustioni presenti vi stanno sempre di posto fisso in numero assai maggiore del solito, comandò fossero fatti entrare altri duecento soldati, ordinando poi, che restassero squadronate compagnie d'infanteria e cavalleria nella piazza del palazzo medesimo. Furono alzali li ponti levatori dei castelli, et comandati li bombardieri di stare tutta la notte colle miccio accese all'artiglieria, fatta scorrere poi la città da pattuglie di soldati a cavallo, et occupare le strade maestre da corpi di inilitie, el di genie armata in buon numero. Disposte tulle queste diligenze, usci, verso le duo della notte, il signor Vicere, nell'anticamera, dove tutte le sere sì radunano questi cavalieri, et con parole aggiustale, comunicò loro il pericolo che sovrastava iuuiiinenle, perchè havessero modo di assicurare se medesimi, et le proprie case colle convenienti cautele. Et per quello riguardava alle dame disse, che se volevano portarsi a Palazzo sarebbero stalo falle passare nel Castello nuovo in compagnia della signora Vice regina sua moglie. Quale impressione facesse universalmente negli animi di lutti, anco dei più coraggiosi, una simile novella, la confusione, io spavento, il terrore di quelle notte, el di questi giorni susseguenti io non saprei meglio rappresentarlo all'Eccellentissimo Sonalo, che col paragone di quanto scrivono le profelie dell'ili-
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