Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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visibili tlì tenerezza nello slaccarsi da questi suoi amali sudditi.
VII. Temendosi qui li pesi, e ii danni della guerra (1), 1 mollo più si apprende il genio volubile e rapace di questo uu- gìo. natn-mcrosissimo popolo, a cui l'avvicinamento dei Cesarci potrei)- cesehi. be lòrnire il prelesto di ima qualche molla; tale è il timore che pare assai dilatato nell"universale dei nobili e benestanti, e già alcuni dei più principali del primo ordine hanno posto in sicuro fuori della citlà, o spedile in Roma le suppellettili di maggior prezzo. Il Governo però clic ne conosce il pericolo, e ne pesa le conseguenze, ha disposto le prevenzioni possibili per reprimerò il mal talento, e tenere in soggetioue le ingorde brame del popolo, trovandosi fra esso chi non si fà scrupolo di anticipatamente scoprirle, benché con frequcnli carccralioni si studi fermare la lubricità delle lingue. Resta dunque deputalo per ogni quartiere, o sia contrada, di questa città un cavaliere che, mulo ad alquanti di minor sfera, ma di civile con-dilionc, et appoggialo dal braccio della militia Urbana, composta dagli artisti più comodi, e per ciò più interessali nella difesa del proprio, miri altcnlamente ogni passo del volgo per divertire le conventicole, e qualunque altro, sebbon tenue, ammasso di genie, con facoltà di usare, occorrendo, la forza che viene giudicata quanto valevole a svellere il male ne'suoi principii, altrettanto inabile a sbarbicarlo quando havesse preso radice. Nell'atto di chiudere il presente humilissimo dispaccio vengo a sapere con fondamento, che ne! numero di alquanti fatti hieri prigioni sia compreso un tal Rrancaleone, scrivano della regia Camera, reo confessi' di essere stato il principale orditore di un solenne saccheggio che doveva (secondo il concerto ) esser dato la prossima notte alle case di
(i) Il principe Eugenio (li Savoia, disfalli nella Lombardia gli eserciti gallispani (Vedi Libro anlec.), spediva sopra Napoli, per le vie di Tivoli, e Palestrina, cinquemila lauti, e tremila cavalli ledesebi, solto l'impero del conte Dauu. (Colletta. Storia del reame di Napoli, Lib. I).
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