Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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ne rappresentata in pittura. Inimeiliatamente solto il medesimo palazzo andava situata una spaziosa orchestra tutta ripiena d'inslromenti e di musici, che con ben concertata armonia cantavano eompositioni di laudi addalate ai soggetto Dal drillo, e sinistro liauco poi stavano sollevai; alcuni palchetti, sopra dei quali si erano raccolte, e ripartite le dame, giacche queste tuttavia per una soverchia delicatezza di eln sta in guardia del principe, non ha acconsentito ancora di farle ammettere all; onore della sua presenza, quando quelle di Palermo, forse più aggradite, 1' hanno già conseguito. Egli dunque dall'alto della finestra, dove soprastava a tulli, e dove gli facevano corona molti cavaliicri e militari, stava ammirando il delitioso spettacolo, che tale per verità veniva di raffigurarsi per ia stravaganza della idea, e dell'adornamento, niente meno che per l'esorbitanza del concorso cosi nobile che popolare, che rendeva olire ogni credere una assai vaga, e dilettevole vista, essendosi anche più volte dato il piacere di uscire in carrozza di rango per ia ciltà in osservatone dei lumi medesimi. Per dimani poi resta a darsi fuoco alla macchina d'artificio ciie slà piantala al Largo del Castello, e con la consumatione di questo si darà compimento alle pubbliche testimonianze di gioia e di ossequio palesale da questi vassalli, i quali per altro più per forza, che per genio sono attaccali al presente Governo.
La permanenza dell'Infante in questa capitale non può 1.,a7,05sf® essere più otiosa di quello iu l'atti ella è, mentre manca di quei trattenimenti che a lui [ter consuetudine riuscirebbero grati, come sarebbero le caccie. Ad oggetto per ciò di tenerlo in questa piacevole occupazione doveva in oggi un mastro ingegnere trasferirsi a Caserta, eh' è una terra discosta quindici miglia incirca da Napoli per diseguare, e costruire un decente ricovero da poter addattarsi a respirare dalla caccia, che agevolmente si pretende possa ivi raccogliersi (1). Intanto si
(1) Fu questo l'umile principio di uno dei più magnifici, ed ameni principeschi castelli d'Italia, di cui era architetto il Vanvitelli.
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