Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      segnata la vena, il giorno dopo usci alla caccia col re. Il corriere di Spagna, che giunse venerdì, passo subilo a Proeida. ove il re aveva già condollo con lui il segretario di Stalo Ta-nueci (1), e non portò migliori nuove della salute di quel nio-uarca; anzi conviene credere, che siano state peggiori, essendosi osservato con ammirazione, che questo re, solito a guardare allo silenzio in questo affare particolarmente, abhia questa molta pubblicalo egli slcsso il cattivo sialo di suo fratello, e per ciò convien credere, che questa novità dia occasione alle più frequenti, e lunghe conlerenze che tiene questo ambasciatore di Francia col segretario di state marchese Tamieci Replicano le lettere di Spagna, anche di questa settimana, clic quella mouarchia è necessitata a chieder chi con sovranità la governi. Apparentemente questo re mostra di non voler assumere quel comando, vivo ancora il fratello suo; ma ora si dice, che l'ambasciatore dì Francia stia trattando il negozio come affare di famiglia, e si dico pure, che solleciti questo re a passare al governo della monarchia di Spagna, e che questo re non crede sincere le proteste che gli si fanno dal medesimo di voler accordargli o per se, o per li suoi figli la garantita successione di questi regni. Pare per altro che in qualche maniera egli sia privatamente consideralo re da chi dirige gli allari spaglinoli, mentre ho sapulo da parte sicura, che il segretario dell'azienda di quella monarchia, non sò se per sua indennità in ogni futuro evento, o per riguardo verso il presuntivo successore, gli ha mandato il conto esatto di tulio il Tesoro che si trova presentemente, il quale si dice ascendere
      (I) Bernardo, nato a Stia nella Toscana, e celebre ministro di re Carlo Dice un biografo di lui, ebe « da qualunqu* lato si guardi il lungo » politico aringo corso da Tnnucci, indarno si cerca quale cosa potuto ab-» bia servire di fondamento all' alta riputazione, iu cui levossi da vivo, e » che noi lasciò dopo morte ». Il Botta invece nel Libro I, della sua Storia d'Italia dal 1789 al 1814, lo qualifica per « uom dotto, di libera sentenza, ammirator zelante delle prerogative reali, ed avverso alle immunità ecclesiastiche, massime in materie criminali ».


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Quarto)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 603

   

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